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CORRIERE DELLO SPORT. Montella contro Luis Enrique, le affinità del nuovo che avanza
(A. Maglie) – Sono il Nuovo Che Avanza, quanto meno per una banalissima questione anagrafica, questione su cui non sono ammesse contestazioni interpretative perché, come si dice, carta (di identià) canta: trentasette anni l’italiano che guida il Catania, quarantuno lo spagnolo che sta provando a traghettare la Roma verso un calcio nuovo. Cioè i più giovani della serie A. Ma, a ben guardare, le affinità tra Vincenzo Montella e Luis Enrique Martinez Garcia meglio noto con i primi due nomi perché se si dovessero elencare tutti bisognerebbe avere a disposizione un supplemento speciale, potrebbero anche non finire qui. Ad esempio, un passato nel calcio giocato di tutto rispetto, forse meno roboante quello del tecnico siciliano visto che prima di approdare alla Roma, cioè a una Grande, mise alla prova le sue arti realizzative in realtà decadute (il Genoa all’epoca in B) o in via di decadenza (la Samp che lo cedette ai gialorossi era, a sua volta, precipitata in B). Luis Enrique, invece, il calcio lo ha conosciuto attraverso palcoscenici di prima grandezza e cioè il Real Madrid e il Barcellona (dopo gli esordi nel Gijon). […]
SPETTACOLO – Un’altra affinità consiste nel fatto che sono ambedue allenatori in via di formazione, che, probabilmente, devono far ancora vedere il proprio meglio. Ed è normale che sia così perché se Luis Enrique è stato catapultato dal Barcellona B alla guida della Roma, non è che il salto di Montella sia stato meno alto visto che fu «promosso» direttamente dai Giovanissimi alla panchina lasciata incustodita da Ranieri. Promettono tutti e due di interpretare il calcio in maniera più «generosa». Una interpretazione figlia del personalissimo dna sportivo, delle origini e del retaggio professionale. Montella era un attaccante, uno che i gol li faceva inevitabilmente portato a considerare come fine ultimo del gioco il pallone che si ferma in fondo alla rete. Luis Enrique viene da un mondo in cui l’abilità tecnica fa agio sulla furbizia tattica, dove è apprezzato il gesto, dove il possesso-palla è termometro per valutare la qualità di una prestazione. […]
PROPOSTE – Luis Garcia il termine lo usa spesso: Proposta. Nel suo lessico è l’idea di gioco, nella sua cultura una forma tattica (e anche mentale) che significa avere il comando del gioco, della partita, rinunciando alla semplice attesa, la difesa come strumento contingente per impedire il gol agli avversari non come «atteggiamento» sparagnino. Il modo come i due articolano le proposte è diverso. Ciò non toglie che sia l’uno che l’altro in qualche misura hanno provveduto ad aggiornarle. Montella, ad esempio, ha abbandonato la difesa a quattro per quella a tre dopo aver compiuto una valutazione dei giocatori a sua disposizione. Luis Enrique ha continuato sulla strada del grande possesso-palla ma ha aggiunto «elementi di verticalità» alla sua manovra e ne ha tratto beneficio la Roma che vince e diverte. […]