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CORRIERE DELLO SPORT. Tre titolari al centro della Roma

Esultanza

(R. Maida) – La pazienza è servita. Dopo il terribile infortunio di Burdisso in Colombia, due mesi fa, sembrava scontato che la Roma comprasse un centrale difensivo di spessore, capace di sostituire per un anno il leader con il ginocchio rotto.L’esigenza si era fatta ancora più pressante quando Luis Enrique aveva perso Juan eKjaer, alle prese con problemi diversi e un risultato simile: non potevano giocare. I dirigenti di Trigoria hanno valutato opzioni, hanno incontrato procuratori, mantenuto aperti tanti contatti per non farsi trovare impreparati. (…) E adesso, a due settimane dalla fine del mercato invernale, nessuno più parla di acquisti per la difesa. Con metà stagione da giocare Luis Enrique ha a disposizione un ringiovanito Juan, un giocatore esperto come Heinze di cui tutti a Trigoria parlano benissimo, e il redivivo Kjaer che ha giocato due partite di fila tra coppa e campionato dando sufficienti garanzie per il futuro. Uno dei tre dovrà persino restare fuori, di volta in volta. Senza contare che all’occorrenza De Rossi può fare il difensore. Dall’emergenza all’opulenza.

JUAN – Abituato ad autogestirsi, si allenava a modo suo. Luis Enrique lo spronava, lui niente. Juan veniva da un infortunio molto serio al ginocchio, una tendinite che non passava mai, e non riteneva giusto forzare nelle partitelle in famiglia. E così il capo non lo convocava: «Meglio che recuperi per bene, è un difensore importante, un nazionale brasiliano, ma per troppo tempo ha giocato senza allenarsi». Juan non capiva e si domandava: «Se sono arrivato a 32 anni lavorando in questo modo, perché dovrei cambiare adesso?»Luis Enrique gli ha parlato, rassicurandolo, lo ha provato con il Palermo, ha visto che ancora non era perfettamente integro, lo ha utilizzato ancora contro il Milan, poi lo ha lasciato altre due settimane a bagnomaria. Per riproporlo definitivamente contro l’Udinese, a fine novembre. Da allora c’è stata l’ingenua espulsione di Firenze, anche una partita non brillante nel pantano di Catania, ma in generale la Roma ha ricominciato a fidarsi di lui. (…)

KJAER – Era stato bollato come un brocco per un paio di errori gravi: il fallo da rigore con espulsione che ha fatto perdere il derby alla Roma; il recupero fallito su Di Natale lanciato a rete a Udine. A Catania, dopo due mesi e mezzo di infortuni e dubbi, Simon Kjaer ha ricevuto finalmente qualche pacca sulla spalla, giocando una buona partita e facendo valere il fisico sul campo impossibile. Nei diciannove minuti del secondo tempo interrotto, in piscina, ha tenuto da solo in piedi la difesa. In più, ha confermato una specialità che non può essere casuale: a suo modo, para i rigori. Se fosse un pivot nel basket, sarebbe il re delle stoppate. Con il gol negato a Bergessio, Kjaer ha raggiunto quota tre salvataggi sulla linea in 541 minuti giocati. In precedenza si era esibito su Sneijder (Inter-Roma 0-0) e Pablo Gonzalez (Roma-Siena 1-1). Un assistente fenomenale per Lobont prima e Stekelenburg poi. Adesso deve convincere la Roma a riscattarlo. (…)

HEINZE – «Mi piace quando gioca ma mi piace anche quando non gioca, per quello che dà alla squadra»L’investitura di Luis Enrique, venerdì scorso prima della partenza per Catania, svela molto del ruolo che Gabi Heinze si è guadagnato nei pochi mesi vissuti a Trigoria. Persino la discussione in lingua spagnola successiva a Roma-Milan è stata funzionale al rapporto tra loro. Heinze, preso a parametro zero per fare numero in difesa, oggi è uno dei consulenti più ascoltati, sia dai compagni che dall’allenatore. Le sue referenze carismatiche sono un passato nel Manchester United e Real Madrid, oltre che nella nazionale argentina. In autunno, Heinze aveva chiesto ai dirigenti di andare via dopo un furto che aveva subìto in casa. Era il periodo in cui giocava meno. Ma mentre allacciava i contatti con l’Argentina, dove Lanus e River Plate l’avrebbero ripreso al volo, ha trovato un posto importante nella Roma e ha capito che non doveva mollarla a metà dell’opera. (…)

 

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