(A.Pugliese) «È stata una liberazione». E lo si era capito da quella maglietta, «Scusate il ritardo», con cui Totti ha celebrato il ritorno al gol. Ben 231 giorni dopo l’ultima gioia(il 22 maggio, rete alla Sampdoria) e 252 dopo l’ultima doppietta (a Bari, il primo maggio del 2011). Già, perché Francesco è stato di parola, alla vigilia aveva promesso proprio una doppietta.«Sapevo che prima o poi sarei tornato a segnare, ma su rigore è troppo facile — dice scherzando Francesco Totti — Era una giornata che speravo arrivasse presto. Sono felice, per me e per la squadra».
Maglietta Quando Carmine Russo gli ha sventolato il cartellino giallo sotto il naso, Francesco un po’ però ci è rimasto male. Il regolamento del resto è questo, ma una maglia celebrativa vale anche il rischio di un’ammonizione. «L’idea mi è venuta in settimana con il mio parrucchiere Giorgio — La maglietta è per i tifosi, che non mi hanno mai fatto mancare il loro affetto». La dedica con ciuccio, invece, quella sul secondo rigore è per i figli, Cristian e Chanel. «Mi sa che non c’erano più abituati…». Di certo non c’era abituato Sorrentino, a cui Totti finora non aveva mai fatto gol. E con i due di ieri sono 209 in Serie A, a -7 dal podio di Altafini e Meazza nella classifica dei marcatori di sempre e a -1 dal record di gol segnati con la stessa maglia (i 210 di Nordahl al Milan).
Elogi «Sono contento per Francesco, ora spero proprio che non si fermi più», ha detto Luis Enrique. Totti, poco prima, lo aveva già ringraziato. Così. «La scintilla è scoccata dopo Firenze. C’erano stati dei problemi con il mister (ambientali, ndr) ed alla squadra dispiaceva. Abbiamo dimostrato di tenere a lui, così come lui tiene a noi. Ora aspettiamo a braccia aperte Osvaldo. Era al top della condizione, è un centravanti che fa reparto da solo». E anche con Baldini, le incomprensioni iniziali sembrano tutte chiuse nel cassetto. «Con Totti forse c’è stato qualche sbaglio d’interpretazione da parte mia — ha detto il d.g. giallorosso — ma con lui non ho mai avuto problemi personali».
Conteso Ieri, però, il cuore della gente giallorossa era rivolto anche a Daniele De Rossi, l’uomo in bilico, con Real e City pronti al colpaccio. «Quella con Daniele è una trattativa, ha i suoi tempi e le sue interpretazioni — dice Baldini —. Ognuno fa il meglio per la propria parte e lui per sé, cercando di sfruttare le armi negoziali. È una partita aperta, ma ha bisogno dei suoi tempi». (…) «Ma la standing ovation non è legata al mio futuro, ma al fatto che sono uscito per la prima volta negli ultimi due anni — ha detto Daniele — Il contratto? Ho le idee chiare, ma non ne parlo. A Roma una parola di più scatenerebbe quello che non voglio scatenare». E vai con la rumba, intesa come interpretazioni. C’è chi ha dato un valore positivo a quel «ho le idee chiare», chi ha visto in quel «scatenerebbe» un principio di addio e chi, invece, pensa che se Daniele parlasse, finirebbe con il raccontare più di un retroscena sulla trattativa. (…) Tutte interpretazioni, è chiaro, perché solo De Rossi sa la verità. «Per me l’importante è che la Roma vinca — Chiude Daniele — La squadra gioca a meraviglia e io con Luis Enrique mi trovo da Dio». Il tecnico, dal suo, assicura: «Io non ho dubbi, rimarrà qui con noi». Vai con la rumba, chissà fino a quando…