(M. Calabresi) – Vincenzo Montella arriva nascosto dietro un paio di occhiali scuri, ma la scelta è obbligata, mica per non farsi riconoscere: “Ho la congiuntivite, me l’ha attaccata mia figlia”. La curerà pensando alla Roma, nella settimana più lunga da quando è a Catania. Non ci è ancora tornato, dopo la sconfitta di Bologna: probabilmente, da oggi, qualcuno comincerà a sussurrargli nell’orecchio dell’importanza della partita per la gente catanese, che da quel 7-0 del novembre 2006 (in cui Montella segnò pure) vede la Roma peggio del diavolo. E sarà anche il primo incontro tra Montella e Luis Enrique, protagonisti di mille paralleli in tempi di magra per l’asturiano: ieri si sono solo incrociati, con Luis Enrique che non era al bancone del bar dell’Hilton di Fiumicino a prendere il caffè con Totti, Montella e Scaglia. “Ma non ho voglia di rivalsa — spiega —. C’è solo spirito competitivo. Ovviamente non può essere una gara come le altre, ma proprio per questo vorrei vincerla. Il 7-0? Avevo solo voglia di segnare, la stessa voglia che spero abbiano sabato i miei giocatori”.
Totti&De Rossi Il presente e, forse, il futuro con la fascia di capitano al braccio: “Sono contento che Francesco sia tornato al gol contro il Chievo: fosse arrivato a secco alla partita di sabato mi sarei preoccupato”. Le preoccupazioni aumenterebbero ancor di più se si sbloccasse a modo suo anche De Rossi, mettendo la firma sul contratto: “Il rinnovo di Daniele? È una domanda difficilissima, spero vivamente che possa restare a Roma, soprattutto per i tifosi. Lui di questa maglia è innamorato”.