(U. Trani) – Passa un altro giorno e Daniele De Rossi è ancora senza contratto: questa è l’unica certezza sotto gli occhi di tutti. Il resto è il campo. Non poco.Perché il centrocampista, prima di lasciare il posto a Greco per una decina di minuti, gioca un’altra grande partita. Quando torna in panchina, dopo il coro della Sud nel riscaldamento, è standing ovation. Partecipa ancheJames Pallotta, il socio forte del consorzio Usa, alzandosi in piedi per battere le mani con i quarantamila. Si unisce Luis Enrique che lo abbraccio, come farà più tardi con Francesco Totti, lasciandolo andare in panchina dove lo aspetta una borsa del ghiaccio con cui attenua il fastidio muscolare che si porta dietro da un mese. De Rossi si ferma, a fine gara, a bordo campo. Davanti a tutti, alle telecamere innanzitutto di Sky in diretta tv, chiede di dire la sua. Che ognuno, a questo punto della vicenda che Baldini anche ieri ha definito «una partita aperta», può interpretare come vuole.(…). «E’ una trattativa con i suoi tempi, con entrambe le parti che vogliono strappare le migliori condizioni» la precisazione del dg che conferma quanto meno lo stallo nella negoziazione. Perché c’è l’offerta, ma non la risposta. Sulla prima, per dare la seconda, il calciatore e il suo manager Berti (che spinge per l’addio) stanno riflettendo. Con la Roma che ha fretta. Con la gente che, almeno un po’, è preoccupata. De Rossi, quando si concede per le interviste a caldo, parte proprio dal lungo applauso dell’Olimpico al momento della sostituzione. «La standing ovation non è legata al mio futuro. Ovviamente. Il rapporto che abbiamo nasce da una decina d’anni. Io continuo a non parlarne, anche se ho le idee sempre più chiare e continuo a lavorare». Normale che debba anche approfondire sulle sue «idee sempre più chiare»: «Significa che in questa città una parola o una virgola in più scatenerebbero quello che non voglio scatenare. C’è un’attenzione mediatica che non dico spaventa ma mi fa impressione perché io sono uno che, se non è in prima pagina o su Sky sport 200 con servizi di dieci minuti, vive benissimo lo stesso». Non vuole sbilanciarsi, insomma, nemmeno in senso positivo. Per non illudere, forse, visto che ancora non ha messo niente per iscritto. «Per me l’importante è che la Roma vinca» è la prima cosa che si sente di aggiungere.
Luis Enrique ha detto in maniera inequivocabile che De Rossi resterà alla Roma. «Perché è quello che vuole Daniele. E io in campo lo vedo sempre sorridente» le parole dell’asturiano, sabato a Trigoria, alla vigilia della gara con il Chievo. Rinforzate da Lucho ieri pomeriggio nella pancia dell’Olimpico:«Un progetto senza De Rossi è un’ipotesi che non mi piace». Daniele è lì, ancora in campo. (…): «L’allenatore dice quello che vuole, non devo commentare. Ha detto una sua opinione, io e lui parliamo molto, anche di cose personali. Ma resta una sua opinione che io rispetto».
Il mercato della Roma, già da questa sessione invernale che termina a fine gennaio, dipende dalla scelta di De Rossi e non solo. Zamparini, presidente del Palermo, la butta lì: «Non posso prendere Amauri perché va alla Roma». Sabatini, per ora, smentisce. Ma sa che con la Juve dovrà parlare di Pizarro, che Quagliarella ieri a Lecce si è fratturato lo zigomo, che Varela segna poco. E soprattutto che Luis Enrique ha detto, dopo la vittoria sul Chievo: «Io vorrei che Caprari rimanesse». L’attaccante della Primavera è stato promesso al Pescara. Ma il trasferimento va considerato congelato. L’asturiano vuole una rosa più snella e soprattutto più giovane. Ieri in panchina c’era Viviani e non Perrotta. Più chiaro di così non può essere.