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IL MESSAGGERO. Luis lancia la Roma “Ti voglio cattiva”

Luis Enrique

(U.Trani) – «Se l’ambiente sarà caldo, tanto meglio. È ancora più bello giocare». Luis Enrique sa che cosa attende stasera la Roma al Massimino. Ma la sua frase non va letta come provocazione, considerata la scia di veleni che si porta dietro la sfida contro il Catania. L’asturiano guarda al calcio solo come spettacolo e divertimento: il calore è solo quello per lui. Del pubblico, del gioco e, naturalmente, dell’agonismo in campo. Il resto non gli appartiene. Il passato che, anche qui, non si dimentica. Il 7 a 0 all’Olimpico, con Luciano Spalletti in panchina, del 19 novembre del 2006 è lontanissimo ma nessuno da queste parti riesce proprio a cancellarlo. Come il 18 maggio del 2008, ultima di campionato, con i giallorossi che si arresero al fotofinish nella corsa scudetto e con lo speaker dello stadio che annunciava le due reti di Ibrahimovic a Parma, decisive per il titolo dell’Inter. In più c’è Vincenzo Montella, attaccante dell’ultimo scudetto e ultimo tecnico prima dell’avvento di Lucho. Scartato a fine maggio, è normale che voglia prendersi la sua rivincita nel duello tra i più giovani allenatori della serie A (lui 37 anni e lo spagnolo 41). «Ho parlato con Montella nella riunione con gli arbitri. So che è una persona per bene. Che è stato importantissimo alla Roma come allenatore e anche come calciatore. Rapporto normale e nessun problema con lui». Luis Enrique evita, insomma, di voltarsi indietro. Anche perché la sua Roma guarda avanti. E in alto. Quattro successi di fila, compreso quello negli ottavi di Coppa Italia contro la Fiorentina che è diventato il quinto risultato utile. Si limita, quindi, a dare un senso all’attesa senza però mai alzare i toni: «Ho sentito che la Sicilia è calda e c’è una bellissima atmosfera per giocare. È passione. Ottimo posto per andare con maggiore fiducia: mai è facile in trasferta e a Catania lo sarà ancora di meno. Le difficoltà sono stimolanti per fare una grande gara. Non prevedo una partita aggressiva: il Catania ha qualità, da Almiron a Lodi. Nemmeno noi siamo aggressivi». Chiaramente voleva dire scorretti. Montella si potrebbe ispirare a Delio Rossi che, nel primo tempo della gara di mercoledì sera, è riuscito a complicare inizialmente la serata alla Roma. Luis Enrique non sottolinea gli errori del suo gruppo in quella fase della partita: «Non li dico, perché la cosa si può ripetere. Così darei la possibilità a chi ci affronta di sistemarsi in quel modo, prendendo quella gara da riferimento.[…]» Il Catania sta facendo un ottimo campionato, di grande livello. Mi fa piacere sfidarlo, senza stare a pensare a quale sarà il suo atteggiamento: se vuole fare gioco, vediamo chi proporrà in più; se, invece, specula allora sta a noi essere capaci di fargli male». Quando si chiamano in ballo i suoi interpreti più giovani si irrigidisce. Su Lamela, per esempio, quasi svicola: «Non è la sua settimana, ma quella della squadra. È un ragazzo di diciannove anni, non mi piace individualizzare troppo. Non è buono per lui. Che ha, però, la testa sulle spalle, e che può essere un’opzione per il centrocampo». Protegge anche Bojan: «Non l’ho visto spento, ma bene»[…]

 

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