(U.Trani) «Se giochiamo così, possiamo vincere il trofeo». Luis Enrique debutta in Coppa Italia, competizione fin qui per lui sconosciuta, ma non nasconde la sua Roma. Fiero e certamente più sicuro per i risultati ottenuti nelle ultime 4 gare di campionato, 1 pari e 3 vittorie di fila, punta alla qualificazione ai quarti di finale dove troverebbe la Juve prima in classifica. L’asturiano ha due buoni motivi per andare avanti: cancellare la figuraccia dell’eliminazione-lampo dall’Europa League lo scorso agosto e prendersi la rivincita contro la Fiorentina, ospite di questa serata all’Olimpico, ore 20,45, per il turno secco degli ottavi. «Giocheremo pensando anche alla gara persa al Franchi: è un ricordo amaro e può essere una motivazione extra». (…) E’ quella l’ultima sconfitta della Roma. Pericolosissima per Luis Enrique che però non pensò mai alle dimissioni e anzi da quel pomeriggio orribile riuscì a creare le premesse per la risalita in classifica. «Io non so se siamo da podio. Ma ricordo che situazione c’era quattro partite fa. So chiaramente che noi allenatori dipendiamo dai risultati. Ma a me, ora, convince quello che vedo. A Firenze fu un bel casino, ce lo ricordiamo tutti. La squadra, però, mi era piaciuta pure lì. Insomma, quello che sto notando mi fa essere fiducioso e mi aspetto che la Roma continui a migliorare. Credo molto nel nostro modo di giocare che può permetterci di battere gli avversari e, insistendo sul lavoro, di farlo anche in modo più bello. Per noi, per i tifosi e per il piazzamento finale». Restando alla partita di questa sera, avverte: «La Fiorentina è pericolosa, sta ottenendo buoni risultati e ha giocatori di qualità come Jovetic e Montolivo. Non sarà facile, ma possiamo farcela». E’ la seconda gara di tre che la Roma giocherà in sei giorni. (…). «La Coppa Italia è stimolante, ma quale problema. Vogliamo vincere questa partita per provare a conquistare il trofeo. Non sarà semplice, guardando il calendario, ma se insistiamo a comportarci come abbiamo fatto ultimamente può essere un nostro obiettivo». Un minimo di turno over ci sarà. Non lo annuncia, però. «Io penso sempre a mettere in campo la Roma migliore. Quindi verificherò le condizioni di alcuni giocatori per scegliere gli uomini giusti, anche considerando i tre impegni ravvicinati: qualcuno può essere stanco, essendo passati solo tre giorni dall’ultima gara. Non vado a cambiare niente, però: la mentalità sarà la stessa. I giocatori rappresentano la società e ogni volta che si indossa la maglia della Roma si deve essere al cento per cento. Bisogna sempre rispettare la storia del club in cui si lavora». L’impronta è spagnola, l’anima romana. «Nel calcio moderno è quasi impossibile giocare con tutti calciatori nati nella città dove gioca la squadra, anche se è importante avere nel vivaio calciatori di qualità. E poi non so se ai tifosi importa se uno è romano o no: vogliono una Roma vincente». Nella rotazione sembrano probabile il ritorno di Kjaer, l’ingresso di Greco da titolare e il possibile riposo di De Rossi. Borini non sta ancora bene: allertato il giovane Piscitella. Davanti Caprari è l’unica alternativa a Lamela, Totti e Bojan. «Solo quello del portiere è un ruolo diverso. Meglio avere una rosa con venti calciatori che possano giocare tutti: a lungo termine diventa per me un rinforzo». A sentirlo parlare, solo Stekelenburg ha il posto fisso. Ma Guardiola, in coppa, dà spazio al secondo portiere. E Lucho lo sa bene.