Farà parlare ancora una volta di se la trasferta della Roma a Catania. Questa volta, fortunatamente, non si tratta di violenza o assurdità tipiche della città siciliana, ma bensì di un forte acquazzone che non ha permesso il regolare svolgimento della gara del “Cibali”. Pioggia a catinelle recitava una volta un vecchio detto, si proprio un forte ed arrogante diluvio a vento che ha reso il rettangolo verde più che un campo da calcio una piscina olimpionica. Gara comunque interessante tatticamente parlando nei primi quaratacinque minuti, con Luis Enrique e Montella che preparano la loro personale sfida con la premura e la dedizione di una partita di scacchi. Regge bene il manto erboso del Massimino nel primo tempo, e ciò rende possibile le giocate delle due compagini fatte di possesso palla, pressing e giocate in velocità: il Catania gioca un ottimo calcio fin quando il drenaggio dell’impianto lo rende possibile, la Roma, dall’altro canto, col il suo gioco a “ragnatela di passaggi” soffre ed, il gol in mischia di De Rossi ne è la dimostrazione. Non smette di piovere nemmeno durante l’intervallo ed uno spaesato ed indeciso Tagliavento decide di far giocare la ripresa che più di una gara di calcio diventa una gara dei quattrocento stile libero. Lo scontro tra Catania e Roma proseguito fino al 74’ tra pozzanghere e piscinette sarà alla fine sospeso a data da confermare (8 o 15 febbraio a seconda del cammino della formazione giallorossa in Coppa Italia).
IL MIGLIORE:
Difficile stabilire un migliore in campo con venticinque minuti ancora da giocare. La Roma, con un campo cosi inadeguato, ha mostrato delle difficoltà a mettere in atto il suo gioco fato di “tichiti tachete” e i suoi giocatori cosi tecnicamente dotati sono apparsi veramente spaesati. Regge bene De Rossi, che oltre al gol, dimostra di essere fondamentale per oggi, per domani e per sempre. Sontuoso Kjaer nei due recuperi a Stekelenburg battuto, ma il giocatore ampliamente sponsorizzato da Sabatini deve ancora migliorare molto e aumentare la sua velocità di gioco. Nota lieta ancora una volta, la grinta e la duttilità delle giocate di Aleandro Rosi, spina nel fianco dei difensori del Catania: spinge, affonda sull’out di destra, guadagna un rigore non concesso da Tagliavento e dimostra avere le basi per diventare un calciatore importante nello scacchiere tecnico dell’asturiano.
IL PEGGIORE:
Sarà stata colpa della sua voglia di giocare sempre il pallone, ma questa volta al Massimino Juan ha fatto vacillare le coronarie dei più fragili di cuore. Il centrale brasiliano, ritrovato e sempre più titolare, esagera nel giocare all’indietro la sfera di cuoio e rischia più volte di lasciare Stekelenburg a tu per tu con l’attaccante di turno siciliano. Le pozzanghere del “Cibali” comunque non aiutano nemmeno Lamela e Bojan, quest’ultimo più sottotono che mai: i due giovani assi romanisti non entrano mai in partita e non riescono a lasciare il segno nella piscina del Massimino. Nei venticinque minuti da recuperare toccherà a loro prendere le veci di De Rossi e Totti sostituiti poco prima del’interruzione del match, nella speranza che il loro secondo viaggio in Sicilia possa portare il Sole, in tutti i sensi, alla formazione giallorossa.
A cura di Nicolo’ Ballarin