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(T. Cagnucci / C. Zucchelli) – O Roma o Real. Intanto arriva Pallotta mentre tutta Roma non fa che parlare di un contratto che s’ha ancora da fare. Se ne dicono tante, l’ultima è del The Independent: «De Rossi vicino al City perché starebbe prendendo lezioni di inglese presso un insegnante, alla scuola di sua figlia, che casualmente in passato è stato osservatore del Manchester United di sir Alex Ferguson». Non si fermano le voci – vere, presunte, si dice, si pensa, forse, speriamo che, guarda io so per certo che… – intorno al rinnovo di Daniele De Rossi. La banale certezza è che oggi, 6 gennaio, il prolungamento del contratto ancora non c’è. Ma si sta lavorando per far sì che arrivi. Seriamente, senza ottimismo o pessimismo ma con serietà. Si lavora e ci sono ancora – eccome – margini per arrivare a una soluzione. Gli ultimi giorni sono stati quelli dell’”ormai è finita”, ma non è così. In questi giorni è previsto l’ennesimo contatto (incontro?) tra il suo agente, Sergio Berti (ieri ancora all’estero), e Franco Baldini, che continua ad avere in mano l’esclusiva di questa trattativa: il dg lavora giorno per giorno, minuto dopo minuto, per trovare una soluzione. Anche ieri ha parlato con Daniele a Trigoria per qualche minuto: normalità. Niente di catastrofico come qualcuno ha ipotizzato (e perché poi?). Per niente. Le prossime parole saranno solo quelle ufficiali: sì o no, rinnovo o addio. Non ci sono altre strade, arrivati a questo punto.
Ieri De Rossi, che ha fatto ancora allenamento differenziato, è apparso sereno al Bernardini e – secondo alcuni – nervoso fuori. Ormai siamo arrivati a questo, alla descrizione di una faccia e di un sorriso in più o in meno. La descrizione di un attimo, che poi potrebbe essere quello della firma se De Rossi – e la Roma – decideranno di prolungare il loro matrimonio. Le premesse ci sono, la volontà è la stessa, ma l’accordo è un’altra cosa. È ancora un’altra cosa. Come ha ammesso anche uno che De Rossi lo conosce bene, Marcello Lippi: «De Rossi è un assoluto fuoriclasse, il fatto che sia arrivato fino a questo punto e che non abbia concluso le sue trattative mi fa pensare che potrebbe anche andarsene». Ma potrebbe significare anche il contrario.
Tra i si dice, si pensa, si crede c’è anche la convinzione di qualcuno secondo cui a sbloccare la trattativa potrebbe essere, da oggi a martedì,Jim Pallotta. L’imprenditore americano, il socio forte della cordata statunitense che ha rilevato la Roma, sbarcherà stamattina a Ciampino col suo jet privato. In programma incontri a Trigoria di lavoro ma, al momento, nessun colloquio con De Rossi. Magari un saluto, a lui come a tutta la squadra, ma conversazioni su e per il contratto non sono previste. Almeno per adesso. Certo la presenza di Pallotta a Trigoria, in un modo o nell’altro, aiuta, anche indirettamente, a chiarire i contorni di questa situazione. Significa che c’è la società, è un riferimento comunque importante per Daniele. Se poi le cose dovessero cambiare si scoprirà soltanto vivendo. E giocando. Già, perché tra De Rossi che firma o non firma, Osvaldo che si fa male e Pizarro che vola in Cile, non bisogna dimenticare che dopodomani ricomincia il campionato. La partita non è di cartello ma proprio per queste nasconde le insidie maggiori: la Roma, dopo i sette punti contro Juventus, Napoli e Bologna, non può e soprattutto non deve in alcun modo fermarsi. I dirigenti e in particolare l’allenatore stanno facendo quadrato intorno alla squadra, cercando di isolare i giocatori da tutte le voci che si dicono (e si scrivono) ma non è compito facile. Ecco perché ieri, a Trigoria, qualcuno commentava: «Speriamo che arrivino presto le 15 di domenica».