Duecentonove volte soltanto con lei. Una storia d’amore che va avanti da vent’anni e che proseguirà per tutta l’eternità. Francesco Totti e la Roma sono l’immagine più bella di inizio 2012. L’uno-due del capitano contro il Chievo, oltre a regalare i tre punti alla rincorsa giallorossa verso il vertice, ha rimesso a posto il dato statistico di questa singhiozzante stagione. Due calci di rigore semplici. Apparentemente. Perché dietro quegli undici metri di rincorsa c’erano appollaiati gufi, finti adulatori e la solita vena di sfortuna che accompagna, fedelmente, la storia romanista. Il primo per cancellare l’errore con la Juventus, il secondo per ricordare a tutti che dal dischetto sbaglia solamente che ha il coraggio di batterlo. Due reti non belle ma di importanza capitale. La sua quarantesima doppietta in serie A, a distanza di nove mesi dall’ultima. Dal 1 maggio 2011 quando la Roma sconfisse il Bari al San Nicola per 3-2. Momenti e obiettivi differenti. Quel gruppo inseguiva, faticosamente, il sogno Champions. Questo, invece, sta sbocciando dopo un intenso periodo di rodaggio. La sosta, nonostante abbia rallentato il “tagliando”, non ha creato grossi problemi. La squadra è sembrata quadrata, attenta nel pressare gli avversari e ben distribuita nella copertura del campo. Con un’avversaria corta e compatta, Luis Enrique neppure stavolta si è snaturato e, grazie ad un efficace gioco fra le linee, i reparti sono riusciti a trovare ritmo e geometrie. Alternando, come sempre più frequentemente accade, possesso palla in orizzontale a fulminee verticalizzazioni verso le punte. Discorso tattico a parte, finalmente è emersa, gigantesca, la grande voglia di vincere dei giocatori. Dopo l’imbarcata di Firenze, il gruppo si è ricompattato attorno al tecnico e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ora, coppa Italia a parte, il calendario offre la possibilità di proseguire la striscia positiva e di farsi trovare ben apparecchiati per il probabile “spareggio” europeo di inizio febbraio contro l’Inter. Un mese intero per rinsaldare le certezze e per restituire ai pazienti tifosi quelle gioie che recentemente hanno potuto solamente annusare. E, in tempi di magra e imposta austerità, è già un gran bel traguardo.
A cura di Piergiorgio Bruni