C’è voluta una pioggia torrenziale per fermare la Roma. Dopo i tre successi consecutivi in campionato (quattro considerando la coppa Italia), la squadra di Luis Enrique si è impantanata sul pesantissimo campo del Massimino. Un 1-1 difficile da interpretare e che, nonostante sia ancora sub iudice, ha fatto storcere un pochino la bocca ad alcuni tifosi. I primi 45’ di gioco non sono stati all’altezza di quanto visto nelle recenti settimane e la grande aggressività del Catania ha sconquassato i meccanismi giallorossi. Niente di irreparabile ma un leggerissimo campanello d’allarme che sarà meglio non sottovalutare. A prescindere dai tantissimi errori in appoggio da parte dei centrocampisti, sicuramente limitati dalle pessime condizioni atmosferiche, sono state le opzioni di manovra dei singoli a destare qualche perplessità. Strana e quanto mai curiosa la scelta della mediana di privilegiare le vie centrali rispetto ad un più fruttuoso allargamento sulle fasce. Ogni volta che Rosi ha avuto occasione di spingere, la Roma ha trovato pericolosità e accelerazioni. Al contrario, con un’irrazionale atteggiamento di ossessiva profondità, la diga catanese ha regolarmente distrutto le velleità offensive e, con precisione chirurgica, è stata capace di fulminee ripartenze. Ripartenze che hanno fatto ballare, e non poco, il pacchetto arretrato romanista. Minuti di sofferenza pura: sia per la spiccata disponibilità dei giovanotti di Montella a lottare come se fosse il match della vita, sia per le caratteristiche fisiche di Gomez e Barrientos, i veri cardini dell’attacco rossoazzurro. Nel paradosso di una sospensione tardiva, fra fulmini, saette e pozze d’acqua, la squadra di Luis Enrique ha l’intatta occasione di poter sfruttare un calendario che ancora le sorride. Due sfide consecutive in casa, con Cesena e Bologna, possono far proseguire il cammino verso le zone alte della classifica e allungare sensibilmente la striscia di successi. Per la Champions, per i tifosi e per certezze di un gruppo che, giorno dopo giorno, sta prendendo sempre maggiore consapevolezza della propria forza.
A cura di Piergiorgio Bruni