(F. Balzani) – Piccola con le grandi e incapace di rimontare. La Roma di Luis Enrique, da agosto fino a oggi, non è mai riuscita a superare una squadra che la precedesse in classifica e non è mai stata in grado di ribaltare il risultato una volta andata in svantaggio. Che si tratti di Slovan Bratislava, Cagliari o Juve, i giallorossi dopo il primo schiaffo hanno sempre donato l’altra guancia. Sette sconfitte su otto sono arrivate così, dopo il vantaggio iniziale degli avversari. Fa eccezione il derby con la Lazio quando Osvaldo aveva dato l’illusione di una vittoria, sfumata per il rigore di Hernanes e dal gol di Klose. Delle 10 vittorie stagionali, quindi, nessuna è arrivata in seguito a una rimonta. «È un problema psicologico – dice Mazzone -. La squadra è molto giovane, si entusiasma e deprime facilmente. Quando va in svantaggio perde concentrazione e fiducia e finisce per naufragare. Deve trovare personalità». Un compito che dovrà assolvere Luis Enrique e soprattutto al mental coach Llorente. «Non è solo un problema mentale però – replica l’ex-difensore giallorosso Aldair -. Il gioco di Luis Enrique ha bisogno di spazi e soffre molto le ripartenze. Una volta che va in svantaggio fatica a trovare il varco giusto, non riesce a concretizzare il possesso palla e sbilanciandosi rischia di essere sopraffatta». Un’analisi che coincide con le ultime due rovinose sconfitte di Firenze e Torino. Una fragilità mostrata soprattutto contro le grandi. Non può essere un caso se contro le squadre che la precedono in classifica – Milan, Inter, Juve, Udinese e Lazio – la Roma ha collezionato appena due pareggi, incassando 11 reti e realizzandone soltanto quattro. «La Roma ha fallito finora gli esami di maturità e questo vuol dire che ancora non è pronta per lottare ad alti livelli. Fisicamente non credo ci siano problemi. Deve trovare un’identità di squadra», è il pensiero di Pruzzo. Da Trigoria confermano il disagio. «Dobbiamo trovare regolarità», ribadisce Luis Enrique. Gli fa eco Baldini: «Serve più personalità soprattutto quando andiamo in svantaggio». Una dote che non manca a Lamela: espulso per un fallo di reazione su Chiellini, oggi verrà convocato dai dirigenti che però dovrebbero evitargli la multa.