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REPUBBLICA.IT Luis Enrique: ”Il rinnovo? Me lo devo meritare”

Luis Enrique

(Matteo Pinci) Il Cesena alle porte, domani all’Olimpico, consiglierebbe di evitare distrazioni. Eppure, la Roma di oggi sembra distratta soprattutto da quello che accade al suo interno. Sullo sfondo del rinnovo di Daniele De Rossi, a occupare i pensieri è il problema di pubalgia che condiziona il giocatore e che lo costringerà a restare a guardare domani. Ma anche il futuro del tecnico che, almeno per il momento, rimanda al futuro ogni discorso di prolungamento del contratto.

La proposta di prolungare fino al 2015 l’intesa con il tecnico era arrivata all’indomani del kappao di Firenze, “per mandare un segnale”, aveva detto Baldini. La risposta però non è stata quella che il dg avrebbe sperato. Lo conferma anche davanti ai microfoni, Luis Enrique. “Non ha senso parlarne ora – spiega l’asturiano – Mi manca ancora un anno e mezzo di contratto, nel calcio è un’eternità”. Anche perché “Nel calcio succede pochissime volte di legarsi per tutta la carriera, ci sono Totti e Xavi, ma non ci sono riusciti neanche Raul e Del Piero. Come allenatori invece c’è solo Ferguson”. Questo non vuol dire, però, che non abbia capito il gesto: “Offrirmelo dopo Firenze è stato incredibile, quando tutti pensavano che dovessi andarmene. Li ho ringraziati ma ho detto che non era il momento. Se perdo quattro partite torno a essere uno stronzo, se vinco è tutto stupendo”. Inevitabile non correre con la mente al possibile futuro da erede di Guardiola. D’altronde dell sua fede blaugrana Luis non ha mai fatto mistero. Anzi: “Per me è un piacere grandissimo vedere il Barcellona, per come vince, con il possesso e il controllo della partita. Poi se vince al Bernabeu è ancora più bello”. Grazie, magari, al suo amico Puyol: “Per me è un fratello. E poi tifa la Roma”.
Tifoso della Roma lo è anche Daniele De Rossi. Contro il Cesena, però, sarà costretto a restare a guardare per un problema che ormai nessuno si nasconde più dal chiamare col proprio nome? Pubalgia. “Ne ha sofferto in passato, significa che non è una patologia grave, speriamo che non stia per molto tempo fuori dalla squadra. Credo che possa essere pronto velocemente”. Luis si sbilancia addirittura su un possibile impiego domani: “Ancora non lo so, può essere nella formazione. Non è un infortunio che può impedirgli di giocare. Ha giocato con i dolori alcune partite, vedremo”. Un bluff, però. Perché dopo il consulto di ieri con il prof Gemignani, si è scelto di curare il giocatore e tenerlo a riposo per una settimana circa. Potrebbe tornare contro il Bologna, se non a Cagliari. Anche perché, Luis assicura, “Abbiamo bisogno di tutti i calciatori a quasi il 100 per cento”. Già da domani quando la Roma dovrà dimostrare che il pessimo primo tempo di Catania è stato solo un incidente di percorso. L’allenatore lo sa e non si aggrappa alle condizioni del campo: “Il tempo ha influito solo nel secondo tempo, nella prima parte di poteva giocare quasi ottimamente. Avevamo iniziato bene, con possesso, poi abbiamo fatto errori facilissimi e loro ripartivano facilmente. Abbiamo fatto una partita senza controllo. Noi quando perdiamo il pallone dobbiamo fare pressing per recuperarlo e per quello serve una struttura”. Rimproveri che aveva già mosso ai suoi giocatori nel privato dello spogliatoio. Non a Pizarro, tornato solo poche ore dopo al Cile e tornato nei piani della Juventus che potrebbe portarlo a Torino a prescindere dall’affare Guarin. Anche perché nella Roma di Gago, Simplicio, De Rossi e Pjanic lo spazio è finito: “Pizarro? Mi fa piacere che sia migliorato il suo problema personale, vedrete domani se sarà convocato”. Una volta consumato l’addio al cileno, la Roma darebbe poi il benvenuto al brasiliano Marquinho, che aspetta solo un cenno per sbarcare nella capitale: “Non parlo di giocatori che non ci sono, anche se c’è sempre la possibilità di rafforzarsi sul mercato. Se Marquinho rafforzerebbe una squadra? Dipende da che squadra è”.  Al Cesena la prossima valutazione.

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