La vendetta è un piatto che va servito freddo. E nel freddo dell’Olimpico la Roma restituisce alla Fiorentina il 3 a 0 con cui i viola avevano sconfitto i giallorossi in campionato. Ma quella batosta fu salutare per la squadra di Luis Enrique che da lì imparò che solo uniti si arriva a realizzare gli obiettivi.
E’ stata una Roma a due facce quella di ieri sera. Possesso palla noioso e sterile nel primo tempo, come se i fantasmi del Franchi aleggiassero anche sullo stadio Olimpico. Nei secondi 45’, invece, arrivano i Ghostbusters, travestiti da Erik Lamela e Fabio Borini e scacciano via spettri e cattivi pensieri dalla testa dei tanti tifosi giallorossi accorsi, nonostante il freddo, a sostenere la propria squadra. L’ex River Plate, che ha già conquistato la curva dal giorno del suo esordio con la maglia della Roma, sfodera un’altra prestazione da stropicciarsi gli occhi. A guardarlo accarezzare la palla come solo i predestinati sanno fare, si ha la consapevolezza di avere un campione del futuro già in casa. E i due gol che realizza contro la Fiorentina sono troppo facili per uno che semina avversari come fossero birilli, calcia indifferentemente con il destro e con il sinistro e si trasforma anche in assist man all’occorrenza. Siamo sicuri che il cuore con il quale dedica la prima rete alla sua fidanzata sia già profondamente giallorosso e speriamo che lo sia il più a lungo possibile.
Il 3 a 0, invece, porta la firma di Fabio Borini, che entra in campo con la voglia di spaccare la rete. E quando, sul rinvio sbagliato di Neto, si allunga la palla e supera in velocità l’ultimo difensore viola, si permette anche il lusso di non servire il suo capitano solo in area di rigore, rischiando il tiro che passa sotto le gambe del portiere e finisce in rete. Segna e grida sotto la Sud l’ex Chelsea, come se fosse una finale di Champions, come se volesse far sapere a tutti che per arrivare in alto possiamo contare anche su di lui.
A cura di Noemi Pierini