Ieri sera era una di quelle sere d’inverno fredde e glaciali, in cui qualsiasi comune mortale sarebbe rimasto a casa, con un plaid sulle ginocchia, a guardarsi la partita trasmessa in chiaro salla tv di Stato. Ma visto che noi comuni mortali non siamo, ieri sera c’eravamo, come ogni domenica, a seguire la nostra più grande passione, quella pasisone per cui vale la pena vivere e lottare 360 giorni l’anno. Eravamo sempre noi, sempre le stesse facce, insieme ai nostri amici, gli stessi che due anni fa invasero prima Bari, poi Parma, Poi Verona. Gli stessi che ogni volta che gioca la Roma , che ci sia il sole o la pioggia, sciarpetta al collo e tanta voglia di tifare, lì, su quei seggiolini blu ci sono sempre. E nonostante i divieti, le tessere e le pay-tv ci siamo e ci saremo sempre, perchè noi siamo un sogno, siamo un uragano d’emozioni e, come dice De Andrè, “voi non potete fermare il vento…gli fate solo perdere tempo”. E più bella e roboante che mai, ieri, la Sud ha portato i ragazzi verso un’altra vittoria, dando l’ennesima lezione di tifo e di stile a chi tre sere fa ha festeggiato 112 anni di niente, sentedosi ospite a casa propria di fronte a 2400 veronesi. L’ennesima lezione a chi vorrebbe insegnarci l’arte del tifo, ma che da insegnarci non ha proprio niente, visto che nella Nord ci si trova dall’11 marzo 1973 non per scelta, ma perchè scappato. Ma questi sono dettagli, l’importante è quello che siamo e quello che abbiamo dimostrato ieri sera, ancora una volta: potranno inventarsi di tutto e di più per lasciarci a casa, ma la nostra passione sventola e sempre sventolerà libera nel vento, in segno di quella liberta che tanto caro costa ma tanto stretti ci teniamo. Ieri, oggi, domani…Curva Sud Roma!
A cura di Edwin Iacobacci