Ruggiero Rizzitelli, ex calciatore della Roma, che nella stagione ’87-’88 con la maglia del Cesena, giocò con Agostino Di Bartolomei ha rilasciato alcune dichiarazioni a Centro Suono Sport
Ruggiero, quali ricordi hai legati ad Agostino Di Bartolomei?
“Quando arrivò a Cesena ero giovanissimo, un esordiente. Per me Dibba era un idolo: fino a qualche giorno prima giocavo con la sua figurina, poi improvvisamente mi correva accanto. Con me fu subito protettivo: mi prendeva da parte, mi chiudeva in camera per ore e mi dava dei consigli. Mi spiegava quali movimenti fare, come attaccare gli spazi e arrivare più facilmente al tiro a rete”.
Ti parlò mai della Roma?
“Certo. Era assolutamente innamorato del club e della squadra. Quando cominciarono le trattative con il Cesena per il mio passaggio in giallorosso, mi parlò della piazza e dei tifosi. Li descriveva come si potrebbe fare con una famiglia. Fu molto importante anche quando ho scelto di trasferirmi a Roma”.
Com’era il Di Bartolomei uomo?
“Con i giornalisti era riservato, al limite dell’antipatia, ma negli spogliatoi si faceva sentire, eccome. Quando prendeva la parola, tutti lo ascoltavano. E spesso prendeva le nostre parti con la società. Non faceva sconti a nessuno e questo suo lato del carattere immagino lo abbia penalizzato anche al momento di rientrare nel mondo del calcio”.
Qual era la frase che ti ripeteva di più?
“(Ride) Ruggiero, tu corri più veloce che puoi. A farti trovare la palla ci penso io”.
Avresti mai immaginato, che potesse addirittura arrivare a togliersi la vita?
“No. Rimasi sconvolto. Non ci credevo. Fu uno shock: non mi sarei mai aspettato che una persona così forte e testarda potesse scegliere un gesto tanto eclatante per andarsene”