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CORRIERE DELLA SERA. Ago e la Roma, l’amore che lega passato e futuro

Agostino Di Bartolomei

(L. Valdiserri) – Non sarà l’inaugurazione di un campo, sarà un ponte tra il passato e il futuro della Roma. Oggi, a Trigoria, avrà luogo la cerimonia di intitolazione del nuovo campo A ad Agostino Di Bartolomei, il capitano della Roma del secondo scudetto, scomparso il 30 maggio 1994. Il campo A (che è stato realizzato in erba sintetica da Mondo, ditta leader nel settore) non è un campo qualsiasi. È quello dove la Primavera allenata da Alberto De Rossi gioca le sue partite di campionato.Quello, cioè, dove la Roma mette alla prova il suo futuro. Ci saranno la moglie Marisa, il figlio Luca, molti compagni della squadra campione d’Italia 1982-83, i dirigenti, lo staff tecnico, una rappresentanza di calciatori della Roma, personalità del mondo politico e sportivo.

Agostino Di Bartolomei ha giocato con la Roma 308 partite (237 in serie A, 52 in Coppa Italia, 19 nelle Coppe europee) e segnato 68 gol (50 in serie A, 15 in Coppa Italia e 3 nelle Coppe europee), vincendo uno scudetto (1983) e tre Coppe Italia (1980, 1981 e 1984). Alla Roma lo aveva portato, a 14 anni, Walter Crociani. Agostino Di Bartolomei è stato il prototipo di quella schiera di capitani romani e romanisti — lui, Giuseppe Giannini, Francesco Totti, in futuro Daniele De Rossi — che hanno segnato la storia della squadra giallorossa, legandola in modo indissolubile ai suoi tifosi. Franco Tancredi, portiere della Roma del secondo scudetto e oggi preparatore di Stekelenburg e compagni, lo ricorda così a Radio Manà Sport: «Agostino fu il condottiero di quella Roma straordinaria. La sua è stata una perdita dolorosa, perché ci conoscevamo da tanto tempo, da prima che arrivassi alla Roma, e ci volevamo bene. Da vero capitano mi ha aiutato ad inserirmi e mi dimostrava quotidianamente il suo affetto e la sua sensibilità, con il classico buffetto o il pizzicotto, nonostante avesse un carattere introverso. Sono felice che la nuova società abbia deciso di lanciare questo segnale straordinario e sono convinto che da lassù ci guarda e sta facendo il tifo per noi. Con Luis Enrique giochiamo con un assetto tattico molto simile alla Roma di Liedholm, con l’idea del possesso palla in ogni istante di partita. La posizione di De Rossi, con il suo arretramento sulla linea difensiva, mi ricorda molto il ruolo che il Barone ritagliò proprio ad Agostino». Passato, presente, futuro della Roma.

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