(L.Valdiserri) – Un patto per il futuro. Per vincere insieme con un calcio divertente che riporta la gente allo stadio. Per vivere con il cuore felice.Daniele De Rossi ha messo la firma sul contratto che lo legherà alla Roma fino al 2017 e ha stretto un accordo anche con Luis Enrique: «È stato fondamentale. Ha riacceso quella fiamma di cui hanno bisogno i calciatori. È il miglior allenatore con cui sono mai stato». Dire che De Rossi ha firmato perché è stato convinto dall’allenatore asturiano sarebbe una forzatura. Ma la presenza di Lucho alla Roma, i suoi metodi di lavoro, i rapporti che ha costruito con il gruppo sono stati importanti. Così come avere un modello da seguire come Francesco Totti e, nella storia giallorossa, altri capitani romani e romanisti come Agostino Di Bartolomei e Giuseppe Giannini:«Totti non mi ha mai pressato, mi ha lasciato tranquillo. È stata però fondamentale la sua immagine di uomo felice qui a Roma. Ci metterei la firma per fare il suo percorso. Ha uno scudetto in più, quello che a me manca. E questa sarà la spinta per la carriera che mi rimane». Roma, la Roma, gli affetti, giocare sempre e solo con la stessa maglia, scegliere a vita una squadra che forse non ti può garantire la vittoria ma la serenità sì. De Rossi, dicendo no al Manchester City che gli offriva 9 milioni netti e all’Anzhi che sarebbe salito anche a 12, si è comperato la felicità: «Mi sono reso conto che quello che mi serve sta qui, ho bisogno della Roma per giocare a pallone in una certa maniera. Ho pensato a tante altre soluzioni, ma sapevo che avrei fatto questa scelta. Questa è casa mia. È una scelta di cuore, ma anche di testa: non resto qui per fare il turista. C’è una componente affettiva, ma credo nel progetto. Mi aspetto molto da questa società. L’obiettivo immediato è arrivare sopra Lazio, Inter e Udinese, squadre raggiungibili. Con il terzo posto diventerebbe una stagione da incorniciare e io ci spero ancora. Non ho 20 anni di carriera davanti per attendere uno scudetto, voglio che questa resti l’unica stagione in cui partiamo in seconda linea. Forse l’abbiamo detto anche troppo, forse ci siamo dati da soli un alibi. Ma non deve succedere più. Io voglio ritornare a lottare per il titolo in tempi brevi». (…) È l’ultimo contratto importante che faccio, non credo esistano bandiere che giocano gratis». Ma non ci sarà clausola rescissoria, perché non sarebbe da Daniele De Rossi: «È stato un giusto e lecito tentativo della società, nel corso delle trattative, ma alla fine avrebbe stonato con la mia storia a Roma e con il rapporto che ho con i tifosi. Ho pensato ad altre soluzioni perché c’è stato un momento in cui sentivo che l’amore dei tifosi nei miei confronti era leggermente scemato. Mi hanno cercato tante squadre, italiane e estere, alcune potenti per fascino e blasone, altre che ti levano il sonno con offerte folli. I loro progetti mi convincevano, ma di più quello della Roma. E quando c’è in ballo la Roma è tutta un’altra storia».