(L. VALDISERRI) – Il derby di andata? «Non me lo ricordo». Il derby di ritorno? «Non ci penso. Prima c’è l’Atalanta, che per me potrebbe anche essere l’ultima partita di tutto il campionato». Poiché Luis Enrique non pensa che a Bergamo arriverà la fine del mondo, c’è soltanto una ragione per le sue parole della vigilia: non vuole che i suoi giocatori abbiano la testa svuotata dallo scontro con la Lazio, tra sette giorni. Vecchio discorso: le sfide valgono tutte tre punti. In questo caso, però, c’è davvero sostanza: il derby sarà una partita decisiva se la Roma avrà fatto bene a Bergamo.
Il treno per la zona Champions League, per adesso, ha fatto moltissime fermate e ha aspettato tutti, ma non può continuare così. È il momento di accelerare, altrimenti resteranno soltanto i rimpianti. Per l’occasione c’è il dubbio dei due diffidati (Juan e Gago), che in caso di ammonizione salterebbero il derby. Luis Enrique, come sempre, dice che la questione non lo influenzerà. Sembra logico, però, ipotizzare il brasiliano in panchina (con Kjaer in campo) e l’argentino titolare. Il grande dubbio resta nel ruolo di trequartista, viste la squalifica di Francesco Totti e la statistica che dice che, nelle sette volte in cui il suo capitano è stato assente, la Roma ha perso cinque volte: «Non ci sono solo le opzioni di Lamela e Pjanic, il trequartista può essere anche Marquinho, Perrotta, Bojan. Anche Osvaldo e Borini». Tutti, insomma. Dovendo buttarsi, diremmo Lamela.
Strenua la difesa di Kjaer: «Ha 22 anni, ha fatto un Mondiale, due stagioni in Italia e una in Germania. È un calciatore incredibile: ha fisico e una mentalità ottima per il calcio. E un grande futuro». A proposito del suo, di futuro, Luis Enrique ha voluto chiarire che di clausole per andare al Barcellona, nel caso in cui Guardiola dovesse dire stop, non ce ne sono: «Il futuro non esiste, l’ho sempre detto. Ho trovato l’accordo con un signore come Franco Baldini, non ho mai pensato di non rispettarlo. La società ha avuto tantissima fiducia in me, anche quando le cose non andavano bene. Dopo la Roma non so se lascerò il calcio o andrò altrove, non mi interessa. L’unica cosa sicura è che, se la società vuole, sarò qui fino alla fine del contratto».
A partire da oggi, a Bergamo, contro un’avversaria che, senza penalizzazione, sarebbe a soli 4 punti dalla Roma: «Credo che noi avremo il pallone e loro si chiuderanno, pensando a fare le ripartenze. Se non giocheremo una partita piena di concentrazione sarà molto difficile. La Lazio in crisi? Non parlo mai delle altre squadre. A me interessa la Roma. E poi non ci sono soltanto Roma e Lazio che possono arrivare al terzo posto, ma almeno cinque o sei squadre”.