(A. Ghiacci) – Venti minuti di riunione. Il confronto tra allenatore e squadra va sempre in scena il giorno dopo di un partita, soltanto che ieri i toni sono stati più accesi. Luis Enrique ha tenuto a rapporto i suoi, ribadendo i concetti espressi a caldo mercoledì notte, subito dopo la sconfitta di Cagliari. Maggiore concentrazione, più determinazione, più voglia, più “cattiveria”: questo ha chiesto lo spagnolo alla squadra. Perché – il senso è stato questo – il tecnico ha capito ed è consapevole che ormai i giocatori abbiano capito il nuovo spartito tattico, altrimenti non si spiegherebbero le ottime prestazioni fornite a cavallo della sosta natalizia, quando arrivarono cinque vittorie consecutive (…). Però pretende sempre il massimo e nessun calo durante le gare. Lo spagnolo quindi ha usato toni duri, dovuti soprattutto alla delusione per una sconfitta quasi inspiegabile: mercoledì sera faticava a trovare una spiegazione, prima di rispondere ai cronisti ha tentato più volte di riflettere, di ripensare velocemente al film della partita. La richiesta di massima concentrazione per tutta la partita, è dovuta a quello che Luis Enrique stesso aveva spiegato con il fatto di non poter vedere «venti minuti incredibili e altri venti patetici» . Perché, lo ha detto ieri anche al gruppo «così non si va da nessuna parte» .
CORRIERE DELLO SPORT. Il giorno dei faccia a faccia
CONFRONTO – Gruppo che dopo il colloquio con il tecnico, è rimasto all’interno delle stanze di Trigoria per altri venti minuti, senza l’allenatore presente. Una riunione di squadra, per un altro confronto dopo le parole di Luis Enrique. Confronto in cui i senatori della squadra, ricalcando il pensiero espresso dal capitano Francesco Totti negli spogliatoi di Cagliari ( «In campo andiamo noi, non siamo riusciti a giocare al cento per cento» ), ha detto ai giovani, molti dei quali sono nuovi, di impegnarsi sempre di più, di lavorare al massimo per il bene del gruppo. La stessa linea di pensiero che Totti aveva manifestato davanti a microfoni e taccuini: «I nostri giovani sono forti e hanno un futuro roseo che li aspetta, basta lasciare loro il tempo di crescere e ambientarsi dopo essere arrivati da altri paesi e altre realtà, umane e sportive» . Spaccatura tra vecchi e nuovi del gruppo? No, assolutamente. Ma certo che confronti del genere erano già accaduti in passato. A Udine per esempio, dove i senatori chiesero maggiore impegno ai giovani e dalla discussione nacque la lite tra Osvaldo e Lamela culminata nel colpo proibito dell’italoargentino al mancino. Anche in tal senso però, la garanzia arriva dalle parole di Totti:«Il gruppo è unito e lo dimostrerà» .(…)
FESTA – Il gruppo è stato sicuramente unito alla fine della seduta di lavoro. Quando c’è stato da festeggiare il compleanno di Juan. Il brasiliano ha compiuto ieri 33 anni e ha festeggiato insieme ai compagni. Dopo la pesante sconfitta, i colloqui e la fatica dell’allenamento, un motivo per stare un po’ insieme e sorridere. Anche perché ora la Roma ha fretta di riprendere la retta via. Luis Enrique era segnalato di tutt’altro umore rispetto alla nottata di mercoledì, quando alla delusione, in aereo era subentrata l’arrabbiatura. Domani è già di nuovo campionato, e all’Olimpico arriva l’Inter dell’ex Ranieri. Nonostante le ultime tre partite (8 gol subiti e solo 3 fatti tra Juve, Bologna e Cagliari, con eliminazione dalla Coppa Italia e un solo punto in campionato), Luis Enrique aveva manifestato la voglia di ripartire