(S.Neri) – Appena giunto in Italia, Luis Enrique si è guardato intorno e una volta preso contatto con la squadra ha incominciato a porsi qualche domanda. Certe cose che vedeva intorno a sé lo lasciavano diciamo così un po’ sorpreso. Per esempio la facilità con la quale alcuni giocatori consumavano al bar cornetti e cappuccini. O certi atteggiamenti di disinvolta allegrezza in momenti in cui dal suo punto di vista si esigeva una forte concentrazione. Piccole cose che però la dicevano lunga sul suo modo di confrontarsi col lavoro. Eppure Luis Enrique veniva da un paese allegro e tollerante come la Spagna, non dal rigore d’una capitale del Nord Europa. Ma quello, evidentemente, era lo spirito che il giovane allenatore aveva acquisito nell’ambito del Barcellona, ove, per sua stessa ammissione, la fame di vittoria non si sazia mai. […]. Diceva Federico Fellini che Roma è una meravigliosa matrona, tanto mamma e gioiosamente libertina, che ti accoglie nelle sue braccia e ti rende felici gli ozi della vita. Un po’ di questo spirito è ciò di cui tutti coloro che frequentano Roma, giungendo da qualsiasi parte del mondo, si innamorano assorbendolo per vivere bene. Ma per Luis Enrique questo sentimento mal si adegua allo spirito ch’egli intende dare alla sua squadra alla quale raccomanda, come dicono, d’essere sempre pronta a combattere anche al di là d’una grande vittoria. Cioè di presentarsi in campo per qualsiasi incontro in programma, con una grande fame di combattimento e di vittoria, anche il giorno dopo di un grande successo. E questo, a giudicare dall’andamento a fasi alterne del campionato della Roma, è ciò che probabilmente la squadra ancora non ha capito. Naturalmente Luis Enrique ha intuito che sul suo camino gli ostacoli non mancano. Anzi. Ha capito benissimo che l’umore dei tifosi risente parecchio dei risultati colti dai ragazzi sul campo sicchè oggi sei un fenomeno e domani sei un ferro vecchio da buttar via. Ma questo non lo demoralizza. […]Ma c’è una cosa che lo sostiene parecchio ed è l’entusiasmo che molti giovani gli manifestano. Luis Enrique piace ai tifosi meno attempati della Roma perchè egli rappresenta l’avventura da costruire. Perchè alle sua spalle c’è un tipo di governo completamente nuovo e perchè ai ragazzi piace molto l’ idea che per costruire il suo futuro nella Roma (ammesso che glielo consentano) l’allenatore punterà sui giocatori più giovani senza nessuna paura di qualche loro eventuale debolezza in quanto ad esperienza. Luis Enrique chiede ai suoi ragazzi la grinta, la cattiveria, il coraggio e l’insaziabilità nella lotta. […]