
(A.Ghiacci) – Ha cercato di fare come Lamela e per poco non ha bagnato l’esordio con il gol. Di mezzo, tra il suo sinistro e la prima rete in giallorosso, ci si è messo Mirante, che è rimasto in piedi e gli ha respinto il tiro. Marquinho, 25 anni, centrocampista brasiliano, unico arrivo (prestito con opzione d’acquisto) del mercato di gennaio, si è presentato ai suoi nuovi tifosi. (…)Ma qualcosa si è visto: la facilità di palleggio e il «giocatore verticale» che aveva indicato Sabatini, preso per completare la linea mediana con le sue caratteristiche. Marquinho serve alla Roma perché partecipa al giro-palla su cui si basa il tema tattico alla catalana, accompagna l’azione, ha buona corsa per tornare a difendere e negli ultimi venti metri ha soluzioni diverse dagli altri, tra assist e conclusioni a rete.«Se avesse segnato sarebbe stato subito preso in simpataia dalla gente. Il movimento che ha fatto vedere è quello che andavamo cercando» ha detto Sabatini a fine partita. REBUS –Poca chiarezza, intorno a Marquinho. Prima la tattica di “depistaggio”, tipica nei periodi di mercato, sull’interesse della Roma. Poi l’arrivo nella Capitale, segreto e nascosto, il ritorno in Brasile e l’ufficializzazione nelle ultime ore di apertura della finestra di mercato. Ancora: da Trigoria avevano fatto sapere che il giocatore non era pronto per giocare, perché avrebbe dovuto conoscere l’ambiente e recuperare una buona forma fisica visto che non giocava da un po’ di tempo (il campionato brasiliano non è cominciato). Fino alla settimana scorsa, quando il giocatore ha detto di essere pronto mentre Luis Enrique sembrava bloccarlo: «Non è pronto». E invece, dal meglio del “TotoLuisito”, Marquinho è stato convocato, è andato in panchina e ha anche esordito. «Ma io avevo detto che non era al cento per cento – si giustifica il tecnico spagnolo – non che non potesse giocare all’ottanta per cento». Almeno ora è chiaro: il brasiliano è all’ottanta per cento.