(A. Pugliese) – Classifica alla mano, viene una rabbia pazzesca a ripensare ai capitomboli di Cagliari e Siena. Sarebbero bastati due piccoli pareggi, due semplici e striminziti punticini (ampiamente alla portata della Roma) per guardare alle stelle con rinnovato ottimismo. Dove le stelle stanno per Champions, l’obiettivo dichiarato (finalmente) della Roma. Oggi quel cielo stellato è a «soli» 4 punti, niente rispetto ad un paio di mesi fa (quando la Roma era sprofondata anche a -10 dal terzo posto, nella prima parte del mese di dicembre), ma soprattutto niente pensando all’effetto Olimpico, quello che può trascinare i giallorossi di nuovo nell’Europa che conta. La Roma, infatti, avrà tutti gli scontri diretti (Lazio, Udinese e Napoli) in casa. Escludendo l’Inter, con cui ha già giocato, ma con cui è già anche in vantaggio negli scontri diretti (in caso di eventuale arrivo a pari punti).
Scontri diretti È partita la rincorsa-Champions, quindi. Del resto, nonostante le dichiarazioni di circostanza e le «coperture» nei momenti più difficili della stagione, il terzo posto è sempre stato il vero obiettivo della stagione giallorossa (come ha ribadito anche James Pallotta nel famoso discorso di Trigoria sugli obiettivi a breve, medio e lungo termine). A guardare il calendario, però, stavolta non emerge rabbia, anzi, ma piuttosto una dolce speranza. La Roma, infatti, dovrà giocare tutte e tre le sfide con le dirette avversarie in casa, dove nelle 14 partite (comprese quella di Europa League e Coppa Italia) giocate sotto la gestione di Luis Enrique è sempre andata a segno, realizzando la bellezza di 28 gol (due a partita di media).
Effetto casalingo Insomma, l’effetto Olimpico può essere davvero la carta in più da qui alla fine. Proprio quell’Olimpico che quest’anno non ha mai voltato le spalle alla squadra, neanche dopo le delusioni più grandi, garantendo un credito illimitato alla gestione del tecnico spagnolo. Già, Luis Enrique, che ieri si è preso gli applausi un po’ di tutti, ma che è finito nella centrifuga mediatica per le notizie rimbalzate dalla Spagna (da Eco Diario, il canale di informazione generale di El Economista), dove si parlava di una clausola (in realtà inesistente) nel contratto firmato con la Roma che permetterebbe al tecnico di liberarsi immediatamente in caso di chiamata del Barça come successore di Guardiola. Comunque vada, prima c’è da riportare la Roma nell’Europa che conta…