Dopo il recupero dei 25 minuti restanti della partita Catania-Roma, la redazione di Gazzettagiallorossa.it, ha contattato l’attuale preparatore atletico della nazionale inglese oramai orfana di Fabio Capello, Massimo Neri. Di seguito, riportiamo le sue dichiarazioni:
Come si prepara una partita di 25 minuti?
“Ci sono dei piccoli accorgimenti, non è che si stravolge il riscaldamento prepartita, che deve sempre rispettare quelle che sono i principi della progressività e della gradualità del carico. Non posso fare un riscaldamento per giocare 25 minuti, si fa un riscaldamento normale e ogni tecnico ha la sua modalità. Bisogna rispettare i principi fondamentali del riscaldamento che serve a preparare l’organismo ad uno sforzo, alcuni accorgimenti sono per esempio cercare di concludere la fase finale del riscaldamento con esercizi con la palla e accorciare i tempi che trascorrono tra la fine del riscaldamento e la fine della partita”.
Quali sono i rischi?
“No perché se il riscadamento viene fatto bene e se durante la settimana ci si prepara bene, non c’è rischio. E’ vero che stiamo parlando di una partita di 25 minuti, ma non è che se dura 90 uno si prepara a partire lento. Per questione tattiche partono tutti sparati al giorno d’oggi, non c’è una strategia che porta a iniziare una partita lentamente, una squadra deve essere pronta dal primo minuto. Il rischio è pari ad una partita di 90 minuti se non più alto”.
Infortuni dovuti a campi gelati?
“I campi influiscono tantissimo. Un conto è giocare con campi in condizione buone dove c’è una buona stabilità e un conto è giocare su campi scivolosi con equilibri precari dove non puoi permetterti di fare determinati movimenti. Le conseguenze sono microtraumi ripetuti nel tempo, traumi istantanei, sovraccarichi tendinei che poi incidono sullo stato fisico di un atleta. Ci si deve allenare al coperto e non ci sono alternative e per quanto riguarda le partite sarebbe meglio anticiparle nel pomeriggio”.
Capello?
“Non credo che rimarrò, sono legato a Fabio Capello, siamo un gruppo di lavoro unito e dove andrà il mister noi lo seguiremo. Noi affrontavamo la preparazione a seconda dei periodi, degli avversari, dei giocatori a disposizione, dell’obiettivo e ai tempi che avevamo a disposizione”.
A cura di Flavio Festuccia