Ad una settimana dal delicatissimo Derby della Capitale, la redazione di Gazzettagiallorossa.it, ha contattato l’ex difensore di entrambe le compagini e attuale allenatore della Nocerina Primavera, Sebastiano Siviglia, per un giudizio sulla partita e sulle polemiche che in settimana hanno acceso entrambi gli ambienti. Ecco le sue dichiarazioni:
Impatto nel passare da giocatore ad allenatore?
“Parliamo di un altro mestiere anche perché la gestione della squadra non rientra nelle competenze di un calciatore, che ha la possibilità di giocare mentre l’allenatore deve cercare di far giocare e di costruire un intento tra i ragazzi, penso che alla fine sia un ruolo diverso e l’esperienza fatta da calciatore ti aiuta molto”.
Come avrebbe gestito il caso De Rossi?
“Non l’avrei affrontato in questo modo, non stiamo parlando di un ragazzino che deve imparare come si sta al mondo. Stiamo parlando di un calciatore maturo calcisticamente e umanamente. Per me c’è stata una tirata d’orecchie esagerata che avrei affrontato in maniera diversa. Non tutti i giocatori sono uguali e se lasci fuori De Rossi sai che privarsene significa penalizzare se stessi e la squadra. Non andava gestita cosi”.
Come ha vissuto il caso Reja?
“Dall’esterno tante cose non vengono percepite o capite. Sicuramente la scelta dell’allenatore di voler andare via e poi ritornare sui suoi passi per la seconda volta, può essere vista in due modi: o è un teatrino per stimolare un po di più la squadra o è davvero un continuo tornare indietro che secondo me fa perdere di credibilità all’allenatore con il passare del tempo. Reja sta dimostrando di essere un professionista all’altezza e la squadra sta andando alla grande. Non gli si può chiedere di più”.
Ha giocato diversi Derby. Un suo ricordo?
“E’ una stracittadina da brividi. A Roma ho fatto sei anni e ho vissuto tanti Derby in campo. Certe partite si affrontano con grande tranquillità e serenità, perché con tutta la carica emotiva che inevitabilmente hanno i giocatori, si rischia di scollinare psicologicamente e di perdere tante energie mentali che ti servono durante la partita. L’importante è cercare di staccarsi e isolarsi dall’ambiente, dalle provocazioni e dalle chiacchiere che ti distraggono dal tuo obiettivo finale”.
Come verrà affrontato il Derby dal punto di vista mentale?
“Vincerà chi riuscirà a gestire meglio i nervi. La Lazio sta giocando tante partite ultimamente, e la stanchezza tante volte ti porta ad avere i nervi a fior di pelle. La Roma invece dopo qualche espulsione e l’esclusione di De Rossi e Kjaer sarà sicuramente nervosa. Nei Derby è importante saperla gestire e poi c’è il coraggio che fa la differenza”.
Come verrà affrontato il Derby dal punto di vista tattico?
“La Roma è molto propensa alla fase di possesso palla e che cerca di portare gli uomini dove c’è la palla in superiorità numerica, ma questo coincide con scarse coperture in fase difensiva che poi portano ad infilate come successo con l’Atalanta. La Roma dovrà sicuramente stare attenta. La Lazio sembra che si sia ritrovata e che abbia serrato i ranghi. Ultimamente sono riusciti a difendere la porta nel modo migliore e a trovare un po di equilibrio e credo che anche nel Derby debbano continuare così”.
Pronostico?
“Non saprei, ma vedo una partita con diversi gol”.
Il suo futuro?
“Devo migliorare ancora tanto. Un giorno mi piacerebbe poter vivere la mia professione come l’ho vissuta da calciatore e arrivare anche ad alti livelli”.
A cura di Flavio Festuccia