(S. CARINA) – «Osvaldo può partire titolare, ma non so se potrà finire la gara. E non so neanche se la inizierà». Sintesi del pensiero di Luis Enrique. Tra l’altro, dopo la reprimenda al gruppo di ieri, nel pomeriggio non sono escluse sorprese. Lo sarebbe l’esclusione di Osvaldo, provato nell’ultimo allenamento sia nelle esercitazioni tattiche che nella partitella finale. L’italo-argentino, rientrato a Siena dopo due mesi di stop, freme per ritornare al gol che gli manca dalla trasferta di Bologna del 21 dicembre. Non vederlo contro il Parma sarebbe certamente singolare. Figuriamoci se all’appello dovesse mancare Totti.
Anche con Luis Enrique è inutile negarlo: la Roma gira quando il capitano è in giornata. Senza contare poi, che il feeling che lega il numero dieci ai gialloblù è a dir poco unico. Lo dicono i numeri: è la squadra alla quale ha realizzato più gol in A, 15 (più uno in Coppa Italia) in 28 gare (media 1,8) e la stessa che ha segnato alcune tappe fondamentali della sua carriera. Senza ombra di dubbio la più importante è datata 17 giugno 2001: il capitano apre le marcature nel 3-1 agli emiliani che regala il terzo scudetto romanista.
Un’altra, rimasta certamente nel cuore di Totti, è quella del 19 dicembre 2004, sempre all’Olimpico. Nel 5-1 rifilato al Parma il numero dieci con una doppietta scavalca Pruzzo in cima alla classifica dei goleador romanisti (107 contro 106). Ma il binomio Totti-Parma – con il capitano che quando segna non ha mai perso contro i ducali – non si ferma qui. Anno 1998: primo cucchiaio della serie servito all’amico Buffon. Stagione 2004: a Parma Totti realizza l’unica doppietta con la Nazionale, alla Bielorussia. Anno 2010: un pallonetto a Mirante tiene vivo il sogno-scudetto prima che Pazzini e la Sampdoria regalino una delle delusioni più cocenti della storia giallorossa.
Oggi il capitano ci riprova. E’ fermo a quota 4 in campionato grazie alle doppiette del 2012 a Chievo e Cesena. Intanto sono stati venduti circa 1500 mini abbonamenti per le restanti 8 gare in casa.