(D. Galli) – Atalanta, ma che fai? Se lo è domandato l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che due giorni fa ha pubblicamente rimproverato quei club che non si adeguano alle istruzioni del Viminale, come quella che invita le società ad aprire i settori ospiti ai non tesserati se in possesso di un biglietto acquistato da un amico. Ma se lo è domandato anche la Roma.«Inizialmente avevamo ricevuto l’ok da Bergamo», ha spiegato ieri a “Bergamonews.it” il capo della biglietteria giallorossa Carlo Feliziani, «ma poi le cose sono cambiate e le direttive che abbiamo avuto ci vietano di portare avanti l’iniziativa per Atalanta-Roma. Il motivo di questa decisione? Non ce lo ha comunicato nessuno e noi di certo non andremo ad indagare. Dispiace, però, non poter portare avanti promozioni di questo genere che, secondo la nostra società, potevano distendere un clima troppo spesso teso qual è quello che circonda la tessera del tifoso». L’Atalanta si è giustificata adducendo problemi tecnici. «Per motivi organizzativi, il club non riesce ad attivarsi», ha spiegato a “Il Romanista” la responsabile della comunicazione Elisa Persico. Ancora una volta la Roma ha trovato nell’Osservatorio un’ottima spalla. Il giorno prima, il neo presidente Pasquale Ciullo (dopo appena un mese e mezzo, il rivoluzionarioRoberto Sgalla è stato mandato a dirigere la Scuola Superiore di Polizia: è una promozione, dicono) aveva rimproverato le società che non avevano rispettato le indicazioni del Viminale: «Le misure di semplificazione avviate dall’Osservatorio – quali l’iniziativa “porta un amico allo stadio” – incontrano i primi ostacoli organizzativi», registra il Viminale in una nota.Ostacoli come il no dell’Atalanta ai romanisti non tesserati, per esempio. Ostacoli che l’Osservatorio si auspica vengano abbattuti. Così potrebbe non essere. O quantomeno non nell’immediato. E certamente non a Bergamo. «Motivi organizzativi», dice l’Atalanta. Ma di che tipo? Non si sa. Considerato che il loro partner di biglietteria è Lis Lottomatica, lo stesso della Roma, pare strano che alla base del Gran Rifiuto possano esserci delle questioni di natura tecnica. Temevano un’invasione? Difficile crederlo, perché a Bergamo sanno benissimo che questo provvedimento del Viminale non convince la stragrande maggioranza dei non tesserati della Curva, ragazzi che a Bergamo scortati da un amico – scortati, si fa per dire – non ci sarebbero mai andati. L’Atalanta si è persa in un bicchiere d’acqua, fa notare qualcuno. (…) La Roma, in questo senso, è un’oasi felice. Il panorama nazionale è sconfortante specie se il confronto è proprio con la Roma. Non è una questione di partigianeria, sono dati oggettivi. E’ pura realtà. (…) E a Roma ci si è invece scandalizzati per quei 7 euro in più chiesti per l’incontro con il Milan, quando nessuno si è accorto che l’anno scorso le curve costavano 18 euro e adesso, tranne che per le partitissime, ne bastano 13. Tra le big (big non tanto come blasone, quanto come bacino di utenza), il Napoli è forse la pecora nera. Ma non è che le altre grandi stiano meglio. L’Inter fa entrare gratis i bambini sotto i 7 anni, i futuri Filippo della situazione, ma devono stare in braccio ai genitori. Il fan village inaugurato dalla Roma è un unicum, nessuno ce l’ha. La Juve ha un settore famiglie. Ma i prezzi sono assolutamente fuori portata per le tasche di molti papà e mamme. Lo sono nella Tribuna Familiy, ma anche negli altri settori. Altri esempi? L’Osservatorio ha approvato il voucher elettronico, il carnet di biglietti anche per i non tesserati. Ne ha benedetto l’introduzione. Ma il copyright è della Roma. Feliziani e l’ad Claudio Fenucci si battevano da mesi, per la precisione dalla presentazione della campagna abbonamenti, per permettere a tutti – tessera o meno – di sottoscrivere un mini-abbonamento. Qualcuno adesso scopiazzerà, ma la Roma ne sarebbe felice. Se il movimento cresce, cresce perché c’è una società che fa la lepre. Anzi, che fa la lupa.