(D. Galli) –Ghiaccio sicuro. Neve chissà. Sabato sera, Roma- Inter potrebbe iniziare con la temperatura ampiamente sotto agli zero gradi. Il vicepresidente della Commissione Sport alla Regione, Enzo Foschi, chiede il rinvio, come è successo ieri per Parma-Juve e in B per Samp- Empoli:«Non si può disputare un incontro di calcio a -4, né tantomeno i tifosi possono assistere con queste temperature alla partita dagli spalti dell’Olimpico». Coni e Federcalcio se ne lavano le mani. «Il calendario è ormai questo. E comunque decide la Lega», dicono in coro Petrucci e Abete.Dimenticando però che quella che si sta abbattendo sull’Italia, Roma compresa, è un’era glaciale in là minore. Mica un paio di giorni di semplice maltempo di stampo invernale, qualche fiocco in montagna, cioccolata calda e la trapunta della nonna. Dice Foschi:«È opportuno che sia gli organi direttivi del campionato, sia la Prefettura, valutino l’opportunità di spostare il match ad un orario e ad un giorno più idonei sia per i giocatori ma soprattutto per i tifosi, che solo per recarsi allo stadio potrebbero incontrare strade ghiacciate e, quindi, altamente pericolose. Secondo le previsioni, le temperature a Roma precipiteranno in maniera del tutto eccezionale, arrivando ad almeno -4 nella tarda serata di sabato. Anche la Protezione Civile ha comunicato che si sta attivando per l’allerta maltempo dei prossimi giorni e crediamo che sia davvero il caso di muoversi in anticipo per evitare disguidi e pericoli per i tifosi». A Roma potrebbe nevicare. Ma prima di sabato. Secondo Tommaso Profeta, vicecapo di Gabinetto e direttore della Protezione civile di Roma Capitale, i fiocchi potrebbero cadere «nella notte tra domani e venerdì». Cambia poco, perché il ghiaccio è un pericolo decisamente peggiore. Per giocatori e tifosi. La decisione di rinviare la partita può essere presa per ragioni di incolumità pubblica dal Sindaco, come è successo a Genova per Samp- Empoli («per motivi climatici e per non compromettere l’incolumità di migliaia di persone », commenta l’assessore allo Sport Stefano Anzalone) o in seconda battuta dal Prefetto. La Lega di A potrebbe invece intervenire qualora ravvisasse pericoli per la salute dei giocatori. Secondo il presidente federale Abete, le società farebbero bene a non sollevare il problema. «Ci si lamenta sempre quando arriviamo a questo periodo dell’anno. Ma nel momento in cui i club decidono di valorizzare il mezzo televisivo per avere introiti, si finisce per pagare pegno riguardo alle date e agli orari delle gare». Il direttore delle competizioni Uefa, Giorgio Marchetti, propone una soluzione: «Un campionato di apertura e uno di clausura come in Sudamerica. Ma non è facile armonizzare le cinque Leghe europee. E finora sono state perlopiù Spagna e Italia a mettersi di traverso»