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IL ROMANISTA. Supererà anche Losi e Conti, solo Totti gli resterà davanti

Totti e De Rossi

(F. Bovaio) – Se il nuovo contratto che lo legherà alla Roma per altre cinque stagioni verrà rispettato, con sedici campionati consecutivi in giallorosso Daniele De Rossidiventerà il secondo giocatore romanista più fedele di sempre alla squadra affiancando, in questa speciale classifica, un mito come Bruno Conti che, però, a differenza del centrocampista di Ostia, suddivise la sua lunga carriera nella Roma in tre diversi periodi: dal 1973 al 1975, dal 1976 al 1978 e dal 1979 al 1991. Nei due intervalli temporali in cui non giocò nella Roma fu dato in prestito al Genoa. Il primo posto di questa particolare classifica della fedeltà resterà però sempre a Francesco Totti, che già quest’anno ha tagliato
il traguardo dei venti anni consecutivi in giallorosso (dal 1992 al 2012).

Per De Rossi, romanista nell’anima, questo rinnovo equivale dunque all’ingresso dalla porta principale nella storia giallorossa, della quale ha già contribuito a scrivere pagine importanti fin dal giorno del suo esordio in prima squadra, avvenuto nella Champions 2001-02 all’Olimpico contro l’Anderlecht. E già questo fu un indizio importante di quanto quel biondino avrebbe poi inciso sulla storia del club, visto che esordire con i grandi prima in una competizione europea importantissima come la Champions League e poi nel nostro campionato è un privilegio che è capitato a pochissimi di poter vivere. Grazie alle successive cinque stagioni da romanista, nella classifica della fedeltà, De Rossi scavalcherà grandi miti del passato come la coppia composta da Giacomino Losi e Giuseppe Gannini (fermatisi a 15 campionati consecutivi a testa); il trio formato da Sergio Santarini, Guido Masetti e Aldair (arrivati a 13 tornei ciascuno che, per quello che riguarda il brasiliano, lo hanno fatto diventare lo straniero più fedele di sempre al giallorosso), la coppia Franco Tancredi-Sebastiano Nela (12 stagioni a testa) e quella composta da due grandissimi centrocampisti come Fulvio Bernardini e Agostino Di Bartolomei, fermatisi entrambi a 11 campionati, anche se pure “Diba”, come Bruno Conti, non li fece consecutivamente per via della stagione 1975-76 trascorsa in prestito al Lanerossi Vicenza.
In quegli anni settanta, infatti, le grandi preferivano spedire in provincia i propri giovani di talento per un anno o due per consentire loro di giocare e di fare così l’esperienza necessaria per poi tornare alla base più forti di prima.

 

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