(M. De Santis) – Se il gran ballo dei debuttanti giallorossi è per undici ballerini, quello di chi non può più sbagliare un passo di danza è meno affollato ma ugualmente interessante. Le premesse perché non sia affatto noioso, in fondo, ci sono tutte: tre ballerini che sembravano potessero zompettare come Fred Astaire e invece si ritrovano costretti a non toppare più nulla perché si sono già giocati tutti i bonus. Simon Kjaer, Josè Angel Valdés e Bojan Krkic hanno 14 partite per mostrare alla Roma di che pasta sono fatti e convincerla a poter contare su di loro anche per il futuro. Una missione molto impegnativa per il danese e un pochino più agevole, per una serie di motivi, per i due spagnoli. Kjaer, non è un mistero, è quello che finora ha fatto peggio e ha la strada in salita.
La lunga lista di errori commessi, inaugurata con il rigore più espulsione su Brocchi nel derby d’andata e terminata (per ora) con quel piede lasciato colpevolmente all’insù su Destro a Siena, e i 7 milioni, da aggiungere ai 3 versati per il prestito, da girare al Wolsfburg in caso di riscatto non aiutano. Ma finché c’è vita, c’è speranza. E in questo caso c’è una speranza lunga 14 partite. Kjaer, scontato il turno di squalifica con il Parma e superati i piccoli dolori articolari (con febbre) dei giorni scorsi, tornerà a disposizione con l’Atalanta. Il caso vuole che ci siano Juan diffidato e il derby dietro l’angolo, due motivi che possono far sperare il biondone danese, ancora un po’ abbacchiato, in una sorpresa. José Angel, invece, può contare su un’alleata di non poco conto per sfangare una riconferma al termine della stagione: una carta d’identità che dice solo 22 anni. A Trigoria, nonostante la netta involuzione dopo un inizio passabile e il sorpasso di Taddei nelle gerarchie di Luis Enrique, restano convinti dei mezzi e delle potenzialità del terzino spagnolo. Il finale di campionato, però, sarà un test probante anche per il «Cote», chiamato almeno a lanciare dei segnali di miglioramento. Il destino di Bojan, infine, dipenderà anche da una formula – e da un Barcellona che non ha obbligo e urgenza di riscattarlo – che potrebbe allungare il ballo della verità per un altro anno. Ma l’enfant prodige della cantera blaugrana si gioca ugualmente tanto.
L’unico suo momento di gloria romano, guarda caso, durò 34 giorni, fruttò 3 gol e inizio proprio nella gara d’andata con l’Atalanta. Un piccolo revival nel girone di ritorno, insomma, non guasterebbe affatto. Nella Roma attuale, però, c’è anche una piccola tribù di stacanovisti: ieri in sei hanno lavorato a Trigoria, Luis Enrique se n’è andato a fare un giro in bici al Parco di Veio, Osvaldo ha approfittato di una visita agli ex compagni dell’Espanyol per fare un po’ di palestra e tapis-roulant e Borini è tornato, in Eurostar da Bologna, con un giorno d’anticipo.