( A.Austini) – Roba da pazzi. Luis Enrique commenta così la mezzora di Catania-Roma. «Si è giocato – dice l’allenatore – con un ritmo da matti, è stata una partita trepidante. Avrei preferito 180 minuti piuttosto che trenta». Aveva chiesto di attaccare, i suoi l’hanno seguito, accettando di rischiare ancora qualcosa dietro, ma per poco non ci scappava il colpaccio. «La squadra ha dato tanto, sono soddisfatto. Rispetto alla gara di gennaio abbiamo avuto più possibilità di vincere. Ora pensiamo a Siena». Ricomincerà in Toscana la rincorsa a quel terzo posto, distante adesso sei punti. «La classifica – prosegue Luis Enrique, che dopo De La Pena ha salutato anche il tattico Lopez – è importante alla fine. Vediamo se riusciamo a trovare continuità, ogni giorno la squadra va meglio ma dobbiamo ancora crescere».
Piscitella ha più tempo di tutti per farlo. «L’ho fatto giocare perché era una partita diversa e lui sa saltare l’uomo: ha un gran futuro». Come l’avrà presa Bojan? Intanto il giovane nato a San Marzano e cresciuto calcisticamente a Trigoria si gode tre giorni da sogno: debutto con l’Inter, titolare ieri anche se solo per mezz’ora. «Non me l’aspettavo – racconta lui, 19 anni il prossimo marzo – quando l’allenatore me l’ha detto ci sono rimasto. Ero contento, volevo mostrare le mie qualità. Luis Enrique mi ha chiesto di stare largo e giocare tranquillo, mi sono messo al servizio della squadra». Niente male come primi passi, seguendo un mito per quelli della sua età. «Mi piace molto Cristiano Ronaldo. È un paragone esagerato ma ce la metto tutta».Luis Enrique, da buon blaugrana, lo bacchetta: «Era meglio se si ispirava a Messi!». In serata il tecnico su Twitter: «Ogni volta che siamo a Catania succede qualcosa». È successo, cioè, che per la chiusura dello spazio aereo su Catania a causa dell’eruzione dell’Etna la squadra ha dormito in Sicilia. Si riproverà a ripartire stamattina, da Catania o Palermo.