(F.Bovaio) – L’importanza dei numeri primi, ovveroi dei campioni, visto che parliamo di calcio e non di matematica. Nella Roma ce ne sono molti, su tutti il capitano e De Rossi, pilastri e anime della formazione giallorossa. Al primo appartengono ormai molti record storici della società, che difficilmente in futuro gli verranno strappati, tanto sono importanti e imponenti. L’unico che potrebbe tentare di spodestarlo da qualcuno di questi è proprio il secondo, che nella squadra di Luis Enrique è fondamentale soprattutto nella fase difensiva, dove finisce con il fare il centrale dei centrali, oltre che il primo frangi-flutti davanti alla retroguardia. (…) Non è un caso, ma sono numeri, se nelle quattro partite di campionato del 2012 in cui De Rossi ha giocato la Roma ha preso solo un gol, a Catania, peraltro da palla inattiva (testa di Legrottaglie su calcio d’angolo). E non è un caso, invece, se nelle quattro in cui è stato assente per infortunio (Cesena, Bologna e Cagliari) o squalifica (Siena) le reti incassate dai giallorossi diventano sette, da quella ininfluente subita contro i romagnoli (battuti 5-1) a quelle pesanti prese con Bologna (1-1 all’Olimpico), Cagliari (4-2 in Sardegna) e Siena, sul campo del quale persero su rigore ma ballarono moltissimo, rischiando di prendere un’altra imbarcata. Contro il Chievo, l’Inter e il Parma, invece, De Rossic’è stato e agli avversari la Roma ha concesso al massimo tre palle-gol in altrettante partite. Il dato statistico lo riferiamo alle otto gare di campionato giocate dopo la sosta natalizia poiché in quelle precedenti De Rossi ha sempre giocato e, dunque, non abbiamo la controprova per valutare il rendimento difensivo della squadra con lui e senza di lui.