(M. De Santis) – Va bene che, come diceva Eduardo De Filippo, gli esami non finiscono mai, ma qui la faccenda è un pochino differente. Sempre di esami si tratta, ma gli esaminandi sanno già chi sono, quante verifiche dovranno sostenere, quando finiranno, le date delle prove, le materie da portare, i nomi dei professori e cosa c’è in palio.«Questa non è un’annata transitoria o interlocutoria», ha detto, un po’ come avrebbe fatto un preside alla sua scolaresca, Walter Sabatinilanciando un messaggio alla squadra. Il finale di stagione, a prescindere (ma forse neanche tanto) che si concluda con una Roma in Champions Lague, in Europa League o da nessuna parte, sarà fatto soprattutto di esami: uno dopo l’altro, quindici in tutto. Si parte domani con il Parma, si prosegue con Atalanta e Lazio e poi via via, passando anche per il Milan e la Juve, fino al 13 maggio, data dell’ultimo giorno di scuola a Cesena. Quindici test per far capire ai «professori» Sabatini, Baldini e Luis Enrique, chi della Roma attuale può far comodo e chi no a quella, progettualmente più forte, dell’anno che verrà. Tutti sotto esame, quindi. Anzi, quasi tutti. Perché c’è chi lo è più e chi lo è di meno, ma c’è anche chi non lo è affato ed è già sicuro del suo posto nella Roma futura e chi ha il destino più che segnato. Le eccezioni, cioè i primi della classe con la promozione già in tasca, si chiamano Stekelenburg, De Rossi (che domani a Bologna si giocherà con Xavi e Schweinsteiger il «Premio Bulgarelli number 8» per il migliore interno di centrocampo dell’anno solare 2011), Pjanic, Totti, Osvaldo e Lamela. Tutto l’opposto di quello che aspetta a Cicinho e Cassetti, entrambi con il contratto in scadenza a giugno e con un avvenire altrove. Il resto della «scolaresca» giallorossa, invece, è in piena sessione di esame: c’è chi, come Gago e Borini, ha praticamente convinto e, a meno di clamorosi colpi di scena nelle trattative (tutt’altro che impossibili) per il riscatto con Real Madrid e Parma, resterà; c’è chi, come Taddei, Simplicio, Heinze (in scadenza a giugno), Juan, Perrotta e Greco, non sta facendo male, non è più giovanissimo, ha un contratto pesante o deve dimostrare ancora completamente il suo grado di compatibilità alla prossima Roma; c’è chi è appena arrivato, come Marquinho, e dovrà giocarsi il tutto per tutto per prolungare (e far diventare stabile) la sua avventura romana; c’è chi, come Rosi, deve trovare una buona via di mezzo tra gli alti e i relativi bassi attuali. E soprattutto c’è chi, come Bojan, José Angel e Kjaer, deve rimediare alle insufficienze dei mesi scorsi e guadagnarsi la promozione nel rush finale. Obiettivo, per il momento, molto complicato per il danese e più semplice per i due spagnoli. Ma per motivi differenti: per Bojan c’è una formula, così come un Barça che per ora non pensa al riscatto, che può allungare il periodo d’esame per un altro anno, mentre per Josè Angel c’è la carta d’identità. La Roma del futuro, però, la farà anche il mercato. «Stiamo seguendo dei giocatori di alto profilo», ha assicurato Sabatini.Isla potrebbe essere uno di questi. «La Roma? Magari. Non mi dispiacerebbe prendere il posto del mio amico Pizarro», ha detto ieri il cileno, valutato 15 milioni dall’Udinese. Tra gli altri potrebbero esserci Lovren del Lione, Tomic del Partizan («giocherà in Italia», ha detto il procuratore), Jankovic della Stella Rossa, Danilo dell’Udinese, Aogo dell’Amburgo, Koke dell’Atletico Madrid e i soliti Casemiro e Romulo. Prima, però, ci sono gli esami.