Sforà er tetto de sms mediamente dedicabili a na partita de carcio ancor prima der fischio d’inizio, pe noi mai schiavi de gnente fuorché de Psyco Eriche, è ngioco da rigazzi alle prese co na nuvola de keyword fatta solo de santi e madonne, suini e meretrici, Asturie e disciplina. E i fatti de sangue che se verificheranno da lì a poco diranno che quell’ansia da digitazione non era peregrina.
Quando il grido dell’Atleti azzurri d’Italia, stadio talmente importante da non avecce manco un nome a cui dedicasse, assurge allo status di bolgia, quando ventimila persone suonano come sessantamila, quando sti ventimila strillano quattro volte, quando de ste quattro volte tre so imputabili a uno che ormai da mpo se teneva ner portafoglio la foto der gò pe ricordasse come era fatto, quando tutte queste e molte altre circostanze prossime allo spiacevole (ove “prossime” è da intendersi come un “tipo chi sta sotto a na montagna” e “allo spiacevole” come “demmerda”), allora non può esse solo merito degli azzurroneri, qualche colpa ce l’hai pure te.
Mo, su chi sia sto “te” potremmo parlà pe na settimana intera, ma venendo da un lunedì molto più lunedì de altri lunedì, ed essendo in una settimana infinitamente più settimana de altre settimane, forse è meglio chiudela oggi sta questione. Capitan Delay ha detto la sua, il Maestro Enrico ha detto per quale motivo l’ha messo dietro la lavagna, e se è vero che ancora non ce rassegnamo al fatto che sto compito è andato demmerda perchè il più bravo, quello che de solito passa le risposte a tutti, è stato messi fuori gioco pe una mezza cazzata, pe un centimetro de foglietto dentro l’astuccio, pe na scrittina sotto la calcolatrice, è altrettanto vero che se nel corso degli anni a giugno semo stati bocciati pure quando c’avevamo gli alunni più brillanti de tutta la scuola, spesso è stato perchè la classe stava in autogestione permanente.
Mo tutto sta a trovà quell’equilibrio sottile tra anarchia e dittatura, problema che un allenatore a febbraio dovrebbe avè archiviato già da mpezzo, ma sul quale el Miste sembrà esse mpo in ritardo. Noi, che siamo più elastici de lui, non lo metteremo in tribuna, ma mentre la pazienza sulle questioni tattiche è ormai na dote der tifoso giallorosso, e in un anno come questo è un dazio (forza Roma e abbasso la lazio) che abbiamo deciso de pagà alla speranza de nfuturo radioso, la pazienza relativa alla gestione der gruppo se può considerà esaurita.
Luis, qui so anni che non se gode come se deve, e la cura tua po esse viagra o po esse cilecca, basta che però non se lo tagliamo da soli prima de arivà ner letto, sennò, per l’appunto, è tutto un cazzo. E visto che come dici tu, tutto questo non lo capimo mo ma se lo ritroveremo ner mediolungo periodo, senza specificà quanto sia lungo un lungo periodo ne’, soprattutto, dove ce lo ritroveremo, famo così: le regole falle rispettà e noi staremo sempre dalla parte tua, però se quando l’avete scritte ste regole eravate mbriachi della celebre grappa de Riscone de Brunico, mo è ora de daje na risistemata, da sobri, perchè un destro in faccia a Nadolescente e 4 minuti de ritardo a na riunione tecnica non so la stessa cosa. Riunione tecnica che tra l’altro dato l’esito calcistico conseguente, sarebbe stato forse mejo avessero sartato tutti.
Perchè quello che se vede in campo non è na valle de lacrime, ma noceano de depressione tarmente vasto e profondo che perde pure de senso mettese a raccontà chi de volta in volta se scambia i panni de protagonista della farsa tragicomica. E allora no, non se le raccontamo ste schifezze, se le semo dette fino a mo le cose brutte, e continuà nela settimana che conduce all’eterno scontro tra il bene e il male è troppo pure pe noi.
Ripartimo da El Caciarito, eroe solitario co na pinna in faccia che nuota ner succitato oceano senza paura, e pe nattimo, pe na manciata de minuti, ce fa crede che se po fa, che non è vero che stamo alla deriva, che la revoluciòn Costa ma prima o poi paga, e dagli abissi se può solo risalì a riprende aria.
I sarvagente l’amo buttati, mo tutto sta a dà la bracciata giusta.
Fonte: kansas city 1927