(F. Ferrazza) – Primo giorno di vendita libera, in città si comincia a respirare aria di derby. Volatilizzati i biglietti di curva e distinti sud, con i romanisti in fila già nella notte di lunedì, per assicurarsi il prezioso tagliando. In poco più di due ore sono andati esauriti circa seimila ticket (i mini abbonamenti sottoscritti senza tessera del tifoso sono circa 1500), mentre resta disponibilità in Monte Mario. L’attesa comincia a crescere, si prova invece a restare calmi, dentro Trigoria, districandosi tra lo scomodo caso De Rossi che prolunga i suoi effetti, tra strascichi polemici e ricostruzioni dell’episodio che hanno fatto imbufalire la dirigenza, e la voglia di buttarsi nella vigilia più attesa. Ci prova Gabriel Heinze a riportare tutti bruscamente sull’attualità, liquidando prima la questione dell’esclusione di De Rossi (“È la prima volta in carriera che mi capita di vedere una punizione del genere, ma, in ogni caso, la sua assenza non può essere un alibi per una brutta prestazione e non ne siamo destabilizzati”), poi analizza il momento: «Ci manca ancora un po’ di personalità e la convinzione di poter andare a vincere su tutti i campi». Sarebbe almeno il caso di non fallire l’appuntamento del derby.«Naturalmente è una partita speciale per tanti motivi — sottolinea il difensore — ma non salva una stagione. L’importante sarà raggiungere gli obiettivi che si è posto il club e che ci siamo posti noi. Se avremo fatto una buona annata saremo confermati, altrimenti arriveranno altri giocatori. Il momento della verità sarà a fine campionato». Intanto Luis Enrique ha cominciato a preparare sul campo la gara con la Lazio, senza ben 8 nazionali (De Rossi, Borini, Lamela, Gago, Pjanic, Kjaer, Stekelenburg, Viviani). Assente Osvaldo, che si è beccato due giornate di squalifica, il tecnico spagnolo dovrà ridisegnare l’attacco, confidando nel rientro di Totti, apparso ieri quanto mai motivato. Dando invece un’occhiata in Europa, non passano inosservate le parole del talento danese dell’Ajax, Eriksen: «Sono un tifoso della Roma, dopo ogni nostra partita vado a vedere il risultato dei giallorossi. Sono diventato tifoso quando avevo nove anni, sarei molto felice, un giorno, di poter indossare quella maglia». A Trigoria ascoltano, compiaciuti.