Nuovo appuntamento con la rubrica di Gazzettagiallorossa.it, a cura di uno dei maestri della radiofonia italiana, Francesco Repice, che ogni settimana commenterà per noi i post partita dell’A.s. Roma:
“Sono stati 25 minuti di grande intensità, con due occasioni da gol da una parte e dall’altra. La Roma ha fatto la partita che doveva fare, ma ci sono stati tanti punti interrogativi come Piscitella e Bojan. Bene Lamela che cercava sempre qualche varco per un compagno nonostante il pressing del Catania che ad un certo punto si era fatto asfissiante. Ancora una volta c’è stata una conferma da parte di questo allenatore, che non guarda la carta d’identità o almeno la guarda con grande consapevolezza di quello che potranno diventare questi ragazzi. La Roma sta diventando una squadra vera, non è ancora una grande ma lo diventerà. Il Catania invece è una squadra che deve fare della forza fisica e dell’intensità le caratteristiche principali per rimanere in Serie A, ma da quando è arrivato Montella ho notato che si bada molto di più a giocare al calcio che a tirare calci. Ieri ho parlato con alcuni colleghi serbi per quanto riguarda il giovane Jankovic: mi hanno detto che è un fenomeno vero, che si tratta di un crack di grande prospettiva. La Roma è riuscito a strapparlo perché dal punto di vista societario, ha degli uomini che sanno convincere molto bene i procuratori e genitori: Sabatini è uno degli uomini migliori nel trattare con i procuratori. Io sono convinto che Luis Enrique in futuro sarà il tecnico del Barcellona, e attenzione, pensando a voce alta, secondo me Guardiola nel momento in cui lasciasse i blaugrana, potrebbe venire a Roma, perché rispetto ad altre squadre nella Capitale troverebbe una linea manageriale simile alle sua. Ancelotti? Non è venuto a Roma perché è il tipo di allenatore che vuole i giocatori già fatti”.