Una notte fredda ed elettrica, nel segno della tristezza per l’eliminazione dalla Europa League dopo l’1-3 di Roma e del probabile addio di Edy Reja, e macchiata da una megarissa iniziale con gli ultrà dell’Atletico. In campo finisce 1-0, senza grandi virtuosismi. L’Atletico pensa già alla sfida di Liga contro il Barca dei marziani di Pep Guardiola, e quindi Simeone fa il turn-over tenendo fuori Falcao dalla formazione iniziale. Così lo stadio Calderon è solo mezzo pieno, con i 2500 tifosi laziali concentrati nel Bajo Norte, la Curva Nord del Calderon. Da lì scambiano subito cori e insulti con gli ultrà spagnoli assiepati proprio di fronte nel Bajo Sur. «Lazio, Lazio vaffa…», «Italianos hijos de puta» gridano i colchoneros, «Lazio-Lazio» e poi anche «Atletico vaffa…» rispondono i supporter biancocelesti. Prima dell’inizio della partita ci sono stati incidenti fra alcune decine di tifosi delle due squadre nella zona dei bar di fronte alla stadio. In un locale un gruppo di italiani stava bevendo e cantando «Lazio-Laziò. È stato preso di mira da alcune decine di spagnoli. Sono volati insulti, poi botte. La polizia ha caricato per separare i due gruppi. Cinque italiani e uno spagnolo hanno riportato contusioni e ferite leggere. Un laziale colpito a un occhio è finito all’Ospedale Conception. La partita era stata dichiarata »ad alto rischio« dalla polizia spagnola. Prima della partita d’andata ‘ il giornale El Pais’ aveva dedicato un lungo articolo sulla presenza di estremisti di destra e di nostalgici del fascismo fra gli ultrà romani. La Lazio era stata definita dall’estensore dell’articolo »patrimonio di Mussolini« e non aveva affatto gradito. Così la società romana oggi ha fatto recapitare all’autore dell’articolo un libro sulla nascita e lo sviluppo del calcio a Roma, per confutare la tesi della Lazio mussoliniana e del Duce autore del ‘Boia chi mollà tuttora cantato in curva nord, sempre secondo ‘El Pais’. Di sicuro tra i tifosi della Lazio l’atmosfera era comunque poco allegra dall’inizio. L’1-3 dell’andata suonava già come una condanna scontata. Ma soprattutto il probabile addio di Edy Reja, che ieri ha dato le dimissioni, per ora respinte dalla società, e le divergenze di opinione con il presidente Lotito, agli aficionados biancocelesti non va giù. Musi lunghi già prima dell’inizio davanti alla Porta 7 del Calderon, quella riservata agli itliani. »Reja è bravo. Non deve andarsene« sbotta Michele. »La pensiamo tutti così, è colpa di Lotito« dice dietro a lui un altro ragazzo con la sciarpa bianca e blu. Nella piccola folla che aspetta di entrare, sorvegliata da un decina di poliziotti a cavallo, molti fanno cenni di assenso. »Aveva chiesto rinforzi, non sono arrivati. Guarda in che condizioni è la squadra«, protesta Massimo. La sensazione è che quella di Madrid sia l’ultima partita di Reja sulla panchina della Lazio. Ed è finita anche male, per la rete di Godin al 3′ st. Lo scatto d’orgoglio dei giocatori laziali non c’è stato. E i tifosi colchoneros hanno potuto celebrare la vittoria cantando »Atletico! Atletico! Alegria de mi corazon! E poi anche un sonoro «Ciao Lazio», scritta comparsa anche su alcuni striscioni comparsi sugli spalti a fine partita.
Fonte: ansa