(F. Maccheroni) – Oggi sentiamo dire che la Roma ha perso una grossa occasione a Siena. In realtà la Roma non ha ancora perso niente, perché non corre per un traguardo stagionale. Sarebbe il caso di ripescare l’odioso termine «progetto», divorato pochi mesi fa dalla piazza romana e sventolato con un orgoglio insospettabile da tifosi che nella classifica delle virtù avevano la pazienza all’ultimo posto. È evidente che fra i giocatori arrivati in un’estate in cui la nuova società ha dovuto lavorare con la pala c’è stato qualche bidone. Sorprende semmai che due grandi delusioni vengano dalla Spagna di Luis Enrique (e Baldini): José Angel e Bojan. Kjaer è stato un passo falso, che però si compensa con un Heinze arrivato fra lo stupore generale. La Roma, attualmente, se gioca senza De Rossi e Gago (oltre a Burdisso) e con Osvaldo ancora convalescente, può rivelarsi fragile come a Siena. Perché la coperta è minuta e il modulo di L.E. non prevede alchimie per limitare i danni.
Prendere o lasciare. La società ha preso, scommesso e rilanciato: il rodaggio finito, la prossima stagione si giocherà per la Champions. Spesso si parla del Barcellona di Guardiola: Baldini sa che lì Simplicio porterebbe le borse.