(M. Pinci) – Un attacco così, in serie A, non si era mai visto quest’anno. Borini, Lamela, Piscitella: questo il tridente che Luis Enrique ha scelto per l’instant match di Catania. Per quei 25 minuti da bere d’un fiato cercando il gol che avrebbe regalato il massimo con il minimo sforzo (almeno cronologicamente parlando), l’asturiano ha disegnato una prima linea verdissima: la più giovane scesa in campo in questa stagione nel massimo campionato con appena 19 anni di media. Nella storia recente della serie A, soltanto il Bari aveva fatto meglio, sfidando nel ’99 l’Inter con la coppia Cassano-Eniynnaya, 17 e 18 anni. Il segno di una Roma che, in attesa di convincere anche dal punto di vista dei risultati, ha già iniziato a seguire una strada nuova. Almeno per il nostro paese.
RIVOLUZIONE CULTURALE NEL SEGNO DELLA DISCONTINUITÀ – In estate il “progetto” americano voleva imporsi di rinnovare il modo di intendere il calcio in Italia. Alle parole, la Roma di Luis Enrique ha però fatto seguire anche i fatti, ridefinendo il rapporto tra la serie A e i giovani prodotti del nostro vivaio calcistico. E non solo. Un paese per vecchi, l’Italia, con il campionato più anziano del continente: età media di 27,54 per calciatore, seconda soltanto a quella di Cipro, e staccatissima dai parametri di Inghilterra, Spagna, Francia e soprattutto Germania. La Roma ha lavorato nel segno della discontinuità: se il Milan campione è il team più vecchio d’Europa, a Trigoria fin dall’estate si è investito sui giovani: 14 milioni per Lamela, classe ’92, altri 10 milioni (me rientreranno) per Bojan e 12 per Pjanic, 21 anni entrambi, poi 3 per il prestito del ventiduenne Kjaer, coetaneo di José Angel, rilevato per 5 milioni complessivi dallo Sporting Gijon.
40 MILIONI PER I GIOVANI, E BORINI “UNDER” TITOLARE – Più di 40 milioni in tutto spesi per abbattere l’età media della squadra. Ma il rapporto qualità prezzo premia soprattutto l’investimento fatto per Fabio Borini: il 31 agosto preso in prestito dal Parma, a gennaio la Roma ne ha rilevato la metà per 2,3 milioni più la comproprietà di Okaka. Soldi ripagati da 6 gol complessivi dell’attaccante cresciuto tra Bologna e Chelsea, prima di sbocciare nello Swansea. Complice l’infortunio di Osvaldo, Borini è partito sempre dall’inizio nelle ultime 5 gare: unico giocatore dell’Under 21 di Ferrara titolare in serie A. Ma anche Erik Lamela, intoccabile nell’11 di partenza da 13 gare, sempre in campo da 16.
ULTIMA FRONTIERA: PISCITELLA TITOLARE – E pensare che il giovane Erik, per età, avrebbe potuto giocare anche nella Roma impegnata in questi giorni al Torneo di Viareggio. Insieme, magari, al baby Piscitella, classe ’93, l’ultimo prodotto del vivaio romanista lanciato da Luis Enrique: l’attaccante esterno nato a San Marzano, dopo aver debuttato domenica contro l’Inter per 13 minuti, è stato preferito in partenza nel “flash mob” sportivo di ieri a Catania, persino al “vecchio” Bojan. E senza deludere, anzi. Stessa sorte, per il debutto ufficiale alla guida della Roma, era capitata a Caprari: titolare contro lo Slovan a Bratislava, nel naufragio europeo dello scorso 18 agosto, insieme a un altro giovanissimo, il regista Viviani, classe ’92.
QUATTRO PRIMAVERA LANCIATI – Oggi, il centrocampista a metà tra Primavera e prima squadra, ha lasciato Trigoria per un infortunio che lo ha costretto alla barella elettrica. Negli ultimi mesi, però, ha già potuto replicare il debutto in Europa League anche in campionato, dall’inizio contro la Juventus e con la Fiorentina in Coppa Italia. Spazio ne ha trovato anche Verre, centrocampista offensivo nato addirittura l’11 gennaio del ’94. Cinque debutti in questa stagione: in quasi un premio per quei giocatori che l’estate scorsa avevano festeggiato lo scudetto Primavera con la Roma. In rampa di lancio, anche Ciciretti, nato il 31 dicembre ’93. E poi? Oa gennaio, Sabatini ha rilevato due giovanissimi: Nico Lopez, anche lui del ’93, e Alexis Ferrante, addirittura del ’95. Almeno loro, per ora, possono attendere.
Fonte: Repubblica.it