Una partita pazza. Proprio come l’ha definita Luis Enrique, e forse proprio come la sua Roma. Pazza perché quel 14 gennaio i giallorossi scesero in campo quasi stanchi e appagati dai progressi visti contro Chievo e Napoli. Poi il nubifragio abbattutosi sul Massimino fu, paradossalmente, la scialuppa di salvataggio che evitò alla Roma di quel giorno di affondare.
La squadra vista ieri per ventisette minuti, invece, è sembrata la stessa ammirata contro l’Inter. Costantemente all’attacco, come aveva preannunciato Luis Enrique in conferenza stampa. Con in mano il pallino del gioco, nonostante qualche pericolo di troppo ed un centrocampo in cui Gago e Pjanic sono apparsi meno lucidi del solito. Se Borini non avesse sprecato la più grande occasione della partita, in questo momento avremmo parlato del sorpasso sull’Inter.
I riflettori questa volta li puntiamo sul reparto avanzato della Roma, ieri composto da Borini, Lamela e Piscitella, rispettivamente classe ’91, ’92 e ’93. In tre, 60 anni. In tre, il futuro della Roma. Giammario Piscitella rappresenta una delle tante vittorie del settore giovanile, in particolar modo di Alberto De Rossi. E’ il progetto di cui tanto si è parlato. Costruire una società che abbia un filo diretto tra prima squadra e giovanili. La creazione della “cantera” giallorossa. Ecco. Piscitella è semplicemente la risposta ai più scettici.
A cura di Noemi Pierini