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ROMA 2020. R. Sensi. “Le opere strutturali si faranno ugualmente”

Rosella Sensi

«Chiusa la vicenda Olimpiadi, ripartiamo proprio da lì. Da quel progetto strutturale, cioè, che lo stesso premier Monti ha definito ‘magnifico’, e dalle tante energie virtuose messe in moto, per promuore lo sviluppo a 360 gradi della Capitale». L’assessore capitolino Rosella Sensi non ci sta a considerare una sconfitta tout court il ‘nò del governo alla candidatura di Roma 2020 e, anche grazie alle nuove ‘pesanti’ deleghe ricevute, si è già messa al lavoro per far fruttare quanto realizzato fin ora. «Il lavoro fatto in 7 mesi non deve morire – spiega la Sensi – D’altra parte il progetto per le Olimpiadi è figlio del piano strategico della città. Un piano ambizioso che rientra tra le competenze di quest’assessorato. A spingermi è anche il senso di appartenenza. Voglio dimostrare che i romani sanno fare, e sanno fare bene, anche manifestazioni di caratura internazionale».  «Roma può e deve essere ‘accogliente’ a prescindere dalle Olimpiadi – sottolinea l’assessore – In questi mesi abbiamo avviato una serie di studi per ridisegnare la Capitale all’insegna della sostenibilità, della sobrietà e dell’accessibilità. E, anche se è venuta meno l’opportunità di rientrare tra le 6 città candidate, questo non vuol dire che tutto debba finire qui: gran parte delle opere sono infatti opere strutturali, che servono alla città, e che vanno portate avanti con il concorso di tutte quelle forze sociali e civili che si sono rimesse in moto proprio grazie alla candidatura». Un impegno, assicura peraltro Rosella Sensi, nel segno delle deleghe attribuitele dal sindaco Alemanno, «che non sono vuote», tiene a precisare. E che non sono nemmeno poche. «Il sindaco – spiega la Sensi – mi ha affidato di fatto l’intero sistema di promozione della città, dalla moda ai grandi eventi. Che non sono solo le Olimpiadi: basti pensare che nel 2025 la Capitale ospiterà il Giubileo. D’altra parte, Roma è una realtà atipica: due volte Milano per dimensioni, è il comune agricolo più grande d’Europa e la terza città al mondo per presenza di organismi internazionali. E questo richiede uno sforzo notevole in termini di capacità di accoglienza che la Capitale può sostenere in pieno solo dando attuazione al piano strategico». In questo senso, aggiunge, «è sintomatico che tra le deleghe affidatemi ci sia anche quella alle relazioni internazionali, così come quella relativa al nuovo assetto istituzionale di Roma Capitale e alla definizione degli indirizzi gestionali dell’Agenzia per lo sviluppo territoriale. C’è da mettere a sistema il tutto – chiarisce l’assessore – e sarà questo il mio compito».  Insomma, Olimpiadi o non Olimpiadi, di dimissioni non se ne parla. E non certo per via del rispetto delle quote rosa. «Ho tanto da fare che potrei lavorare fino al 2020 – sorride l’assessore, che poi aggiunge – È vero, sono arrivata per via delle quote rosa, ma se il sindaco mi ha chiamato lo ha fatto perchè sono un’imprenditrice, per la mia esperienza pregressa, per le mie competenze e non certo per soddisfare un diritto di minoranza. D’altra parte, da vicepresidente della Lega Calcio e presidente della Roma, sono già stata un caso atipico. Eppure, superato un minimo di diffidenza iniziale, anche in un mondo difficile come quello del pallone sono riuscita a guadagnarmi il mio spazio», conclude

Fonte: adnkronos

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