Federico Giunti, ex attaccante di Parma e Milan e ora aspirante allenatore, è intervenuto ai microfoni di “A Tutto Campo” su Radio Ies per parlare dei due giorni trascorsi a Trigoria assistendo agli allenamenti di Luis Enrique.
Su Luis Enrique:
“Questi due giorni passati a Trigoria sono stati molto interessanti.Abbiamo avuto modo di metterci in contatto con una mentalità diversa da quella a cui siamo abituati in Italia. Per questo li definisco interessanti, perchè ci ha dato tanti spunti su cui ragionare. La grande differenza dalla mentalità italiana, al di là dello strutturare tutto l’allenamento con la palla, è nel fatto che si dà più valore allo sviluppo e alla costruzione del gioco tramite il possesso palla rispetto alla valenza atletica dell’allenamento. I giocatori vengono allenati rispetto allo schema di gioco. In questi giorni, vicino alla partita, si è lavorato più sull’aspetto tattico e tecnico che su quello atletico”.
Sull’incontro con Luis Enrique:
“Abbiamo chiacchierato con Luis Enrique e con il suo staff. Sono stati molto chiari quando hanno spiegato che, anche in Spagna, moltissimi allenatori giocano con metodologie italiane. Per questo il calcio della Roma non può essere definito “spagnolo”. Ci hanno spiegato che la loro è un’idea di calcio ben precisa, e che intendono svilupparla e portarla avanti. E’ l’idea di calcio del Barcellona, la scuola è quella. E’ una mentalità che tiene conto poco dell’avversario, noi in Italia siamo abituati a rapportarci sempre con l’avversario. Luis Enrique propone il suo gioco a prescindere. Questa è la grande novità: pensare solamente alla propria proposta di gioco. E’ chiaro che per farlo in modo efficace ci vogliono gli interpeti di qualità indsicutibile in tutti i ruoli. La Roma in alcuni è coperta bene, in altri deve migliorare. Per questo l’idea del Barça è esportabile, raggiungerla no”.
Su Totti:
“E’ la storia del calcio. Ha avuto poche volte la possibilità di avere una Roma sempre al livello delle grandi. Mi sarebbe piaciuto vederlo misurarsi con le più forti squadre inglesi e spagnole con cui competere per i grandi trofei europei. La mia stima per la sua scelta è immensa. Ora che si sta avvicinando alla fine della carriera, deve cercare di gestirsi, non può giocare tutte le partite per tutti i 90 minuti. Anche Luis Enrique dovrà essere intelligente a gestire questa situazione”.
Fonte: Radio Ies