Il giornalista Grafrancesco Turano, autore del libro “Fuori Gioco”, tomo sul rapporto tra i presidenti dei maggiori club della serie A e il potere, sul blog de L’Espresso prova ad analizzare l’ultima sconfitta nel derby e il momento delicato che sta vivendo la Roma. Ecco alcuni tratti salienti del suo articolo.
“Alla Roma i nodi vengono al pettine. Risultati sportivi modesti con l’aggravante delle sconfitte nei derby. Incertezze negli assetti societari e di management. Calciomercato deficitario. “Er Proggetto” (”The Project” per the president Tom Di Benedetto) sta diventando la barzelletta della Curva Sud. Di chi è la colpa? Naturalmente dei cronisti che raccontano quanto accade a Trigoria e dintorni, come Alessandro Catapano della Gazzetta dello sport, ripetutamente minacciato da delinquenti anonimi e da un genio con nome e cognome (Cristian Panucci). […] La rosa della Roma è un assemblaggio mal riuscito tra presunte giovani promesse raccomandate da mister Zichichi (Bojan, José Angel), brocchi attempati (il mio preferito, da anni, è Heinze) e l’asse romano-romanista Totti-De Rossi. Dove Totti è uno dei più grandi giocatori italiani degli ultimi tre decenni e De Rossi è un bravo mediano di quasi 29 anni che è riuscito a rinnovare per altri cinque anni di contratto a complessivi 30 milioni di euro netti. […] Nel capitolo società la trasformazione della struttura di comando è ancora lontana dal completamento, e questo a quasi un anno di distanza dalla prima firma a Boston tra Unicredit e cordata Usa. L’allontanamento della direttrice finanza Cristina Mazzoleni a ridosso del derby di domenica scorsa è solo uno dei segnali di malessere. Quello che non funziona – e scoccia dire l’avevo detto ma l’avevo detto – è proprio la cordata. […]. La Roma ha un presidente che però non è l’azionista di maggior peso, perché Pallotta è più ricco di Di Benedetto. Ha due amministratori delegati di cui uno, Mark Pannes, è uomo di Pallotta e lavora per la Roma part-time. Ha un direttore generale, Franco Baldini, che in teoria è sottoposto gerarchicamente all’amministratore delegato italiano, Claudio Fenucci. In realtà, ha più carisma, più potere reale e solo per sua scelta non guadagna più del suo superiore (600 mila euro all’anno per entrambi). […] La Mazzoleni è una fedelissima di Rosella Sensi confermata dai manager di Unicredit che in teoria vorrebbero uscire dalla Roma e in pratica ci hanno preso gusto a fare gli amministratori del club con poltrona in tribuna autorità. […] Infine, Juan. Il difensore brasiliano è stato offeso da tifosi laziali razzisti finché è uscito per un grave infortunio al ginocchio. A sua detta, lo hanno confortato alcuni colleghi biancocelesti, tra cui il grande Miro Klose che è la vera novità positiva della serie A 2011-2012. Ma, sempre secondo Juan, nessun dirigente della Roma ha fatto lo stesso. Sarebbe interessante sapere come mai”.
Fonte: L’Espresso