(B.Tucci) Il derby (che definirei delle panchine) è stato vinto da un allenatore italiano che conosce bene i segreti del nostro calcio. Sulla panchina della Roma sedeva, invece, (e siede) un tecnico asturiano che non ne vuol sapere di apprendere le lezioni che gli vengono dal campo. Non sente ragioni e va avanti come se niente fosse. (…) Ora che ogni traguardo è fallito bisogna pensare alla Roma di domani. E il futuro non deve prevedere né Luis Enrique né Sabatini e Baldini, che hanno completamente sballato la campagna acquisti. Josè Angel, Bojan, Kjaer, Marquinho, Osvaldo a che cosa sono serviti? E le cessioni di Pizarro e Borriello dove le mettiamo? Una catastrofe. È chiaro che la «rivoluzione» deve avere una «controrivoluzione», che non può essere guidata da chi ha ridotto la Roma ai minimi termini. I proprietari americani (se hanno voce in capitolo) programmino da subito. Lucho non può andar via adesso? Gli si dia il benservito per giugno. Sabatini e Baldini non hanno convinto? La porta di Trigoria è aperta e lor signori si possono accomodare. DiBenedetto, Pallotta, Unicredit: non sempre la fretta è cattiva consigliera.