(G. Piacentini) Dopo la poco felice prestazione di Milano, per gran parte dell’opinione pubblica (e una buona parte della tifoseria)Francesco Totti sembra diventato il problema principale della Roma. Sulle radio romane, sui siti internet specializzati e sui social network non si discute d’altro che della sua utilità in campo, della scarsa vena realizzativa (solo 4 gol in stagione) e della posizione in campo del capitano romanista, che ieri ha festeggiato 19 anni dal suo esordio in serie A (avvenuto a Brescia il 28 marzo del 1993). Un «compleanno» amaro, soprattutto perché Francesco ancora non sa se domenica potrà essere in campo nell’anticipo contro il Novara. Anche ieri, infatti, Francesco non si è allenato con il resto della squadra a causa di un problema alla coscia: per lui lavoro in campo, palestra e fisioterapia. Il copione è lo stesso di altre vigilie: lui sente dolore ma vorrebbe esserci. Deciderà, come sempre, Luis Enrique.
Ieri intanto Totti ha incontrato a Trigoria Roberto Baggio, a Trigoria per Master per l’abilitazione ad allenatori professionisti di prima categoria: una chiacchierata di una decina di minuti tra due vecchi compagni di Nazionale (seppure per poche partite) ma soprattutto due calciatori che hanno fatto la storia recente del calcio italiano. Come se non bastassero i dubbi su Totti (e le assenze certe di Burdisso, Juan, Borini, Greco, Lobont, Cassetti e dello squalificato Heinze) ieri si è fermato ancheOsvaldo pochi minuti prima della fine dell’allenamento per un problema alla caviglia: nulla di grave, fanno sapere da Trigoria. Pienamente recuperato, invece, Kjaer.
Sono state rese note le date – nonostante la Roma non sappia ancora a quale competizione europea dovrà partecipare – della tournée che la formazione giallorossa sosterrà a luglio negli Stati Uniti: il 25 al Fenway Park di Boston, lo stadio dei Red Sox, si giocherà contro il Liverpool mentre per le gare di Chicago e New York (presumibilmente il 22 e il 28) gli avversari sono ancora da stabilire. «Uno dei nostri obiettivi prioritari – la soddisfazione di James Pallotta – è far crescere il marchio Roma negli Stati Uniti e questo ciclo di amichevoli sarà un grande passo in questa direzione. Non riesco a pensare ad un palcoscenico migliore che veder giocare la Roma all’interno di Fenway Park, nella mia città natale, in quello che sperò sarà solo uno dei tanti derby tra questi due grandissimi club».