(R. Maida) – «La nostra voce merita sfide europee» recitava lo striscione esposto lunedì in Curva Sud, prima di Roma-Genoa. Da ieri sera l’Europa è un po’ più vicina. Perché il Napoli, eliminando il Siena ed entrando in finale di Coppa Italia, ha quasi sicuramente liberato una poltroncina per l’Europa League. Visto che l’altra finalista è la Juventus, che a meno di crolli giocherà la Champions, e visto che il Napoli è al momento quarto in classifica, e a meno di crolli rimarrà nelle prime posizioni, il sesto posto diventa con ogni probabilità valido per un pass Uefa. La Roma, a dieci giornate dalla fine del campionato, è proprio sesta (con tre punti di vantaggio sulla coppia Inter-Catania). Le basterà difendere lo status quo per evitare il peggiore dei rischi: rimanere senza coppe per la prima volta dopo 15 anni (1996/97).
CORRIERE DELLO SPORT Ora Roma vede l’Europa
TERZO POSTO – Il risultato della semifinale di Coppa Italia, comunque, inciderà fino a un certo punto sull’atteggiamento di Luis Enrique e dei giocatori. Che ancora sperano di agganciare un posto in Champions League. Non è semplice, perché davanti alla Roma rimangono tre squadre (Lazio, Napoli, Udinese) e quattro punti da recuperare in classifica. Ma i dirigenti hanno chiesto alla squadra di provare fino all’ultimo secondo la rincorsa, giocandosi ogni energia su ogni campo, a cominciare dalla trasferta di sabato a San Siro contro il Milan. Se poi sfuggisse il traguardo più ambizioso, però, non sarebbe male entrare in Europa dalla porta di servizio. Per la proprietà americana la visibilità internazionale è un requisito fondamentale di sviluppo.
GLI INCASSI – Ma quanto vale l’Europa League? Non poco, dopo la riforma delle coppe decisa da Platini. Tra premi Uefa, diritti televisivi e ricavi del botteghino, si mettono a bilancio tra i 10 e i 15 milioni in caso di piazzamento tra le prime quattro. Lo scorso anno, ad esempio, il Villarreal ha raggiunto le semifinali e grazie al meccanismo dei diritti tv ha portato a casa 9 milioni, botteghino escluso. E anche il Porto, che ha vinto l’Europa League, ha superato gli 8 milioni, sempre senza contare i biglietti venduti. Il Porto ha avuto meno soldi del Villarreal perché i diritti televisivi sono centralizzati e poi redistribuiti a seconda del valore commerciale di ogni nazione: la Spagna, evidentemente, tira di più del Portogallo. Se il Villarreal avesse vinto il torneo, avrebbe incassato altri 3 milioni, sfiorando quota 15 con i biglietti venduti. Insomma, non si gioca solo per la gloria e per il ranking Uefa: anche la serie B europea, negli anni del fair-play finanziario, garantisce risorse importanti. Nessuno può permettersi di snobbarla. Tanto più la Roma, che per il solo playoff di agosto contro lo Slovan Bratislava ha incassato 785.000 euro al botteghino. Un pubblico come quello romanista può sgretolare tutti i record se la squadra lo metterà alla prova.