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CORRIERE DELLO SPORT. Roma, ci pensa sempre Borini

Fabio Borini

(A. MAGLIE) – La Roma risorge, Mutti affonda (…). Tre sconfitte consecutive rappresentano per la squadra siciliana un record stagionale negativo e di fronte a questi numeri si sa che Maurizio Zamparini entra in fibrillazione (non a caso si parla di un richiamo alle armi di Devis Mangia). Dura la vita degli allenatori, in Italia. Perché non tutti possono godere, come Luis Enrique, della protezione della società. E forse proprio questa diversa condizione psicologica ha pesato sull’andamento della partita e sul risultato finale. Ha vinto l’allenatore che ha potuto preparare la gara con un bagaglio di preoccupazioni più leggero. La Roma del primo tempo è stata godibile e, a tratti, anche convincente, più attenta e, soprattutto, più organizzata della squadra avversaria. Il gol di Borini dopo appena tre minuti di gioco ha evidentemente dato ai giallorossi fiducia e aggiunto preoccupazioni ai rosanero. Se la Roma da un lato riusciva a sviluppare il suo possesso-palla con una certa sicurezza e anche autorevolezza, dall’altro il Palermo balbettava calcio, indebolito dagli errori difensivi e da una sistemazione in campo che lasciava agli avversari troppo campo sugli esterni. Non a caso Mutti ha cambiato copione nella ripresa, ma questa volta la Roma è riuscita a difendersi con ordine e a tenere il risultato sino alla fine. Ma la vera novità per la squadra di Luis Enrique è rappresentata dal fatto che per una volta poco, molto poco ha concesso al contropiede avversario.

 

ERRORI – A volte per dare un senso a una partita basta un errore. Bisognava solo capire chi l’avrebbe commesso prima essendo sia il Palermo che la Roma inclini alle disattenzioni in fase difensiva. Il primo dopo appena tre minuti di gioco l’ha commesso la squadra in maggiore difficoltà psicologica (il Palermo) e il giocatore più emotivo (Munoz). A partire da quell’errore che ha spianato la strada del gol al solito Borini (dieci gol in stagione, nove in campionato, sette nelle ultime sette gare), la gara ha assunto una fisionomia che ha sottolineato pregi e difetti dei due contendenti. Munoz, non nuovo a colpevoli disattenzioni, al limite dell’area invece di allontanare il più possibile il pallone, l’ha praticamente appoggiato sui piedi di Lamela il quale, facendoglielo ripassare sotto le gambe, ha “premiato” il tempestivo taglio di Borini alle spalle dei difensori rosanero. La Roma, rincuorata dal vantaggio immediato, ha cominciato a macinare il suo solito possesso-palla manifestando in fase difensiva qualche attenzione in più, soprattutto con i laterali (se uno attaccava, l’altro rimaneva dietro). Il modulo del Palermo consentiva ai giallorossi di creare quasi costantemente la superiorità numerica nelle zone esterne della trequarti dove due rosanero (…).

Il pressing alto della Roma, inoltre, sottolineava una difficoltà patologica del Palermo: la costruzione della manovra nella propria trequarti anche perché il trequartista (Zahavi) attendeva il pallone in una posizione troppo alta (solo nel finale del primo tempo, l’israeliano ha provato ad abbassarsi cosa che non gli ha impedito di essere sostituito da Ilicic all’inizio della ripresa). Padrona del campo, la Roma si è astenuta dall’assestare il colpo del ko pur avendo di fronte una squadra che la conclusione migliore la produceva con un difensore, Mantovani (tiro dal limite con ottima deviazione sopra la traversa di Lobont).

CAMBI – Pressato dalla necessità di evitare la terza sconfitta consecutiva (con i rumors che danno Mangia sulla strada del ritorno a Palermo), Mutti ha rivisto la squadra più nella disposizione sul terreno di gioco che nel modulo. In difficoltà con gli esterni giallorossi molto larghi, il tecnico rosanero ha chiesto a Pisano e Balzaretti di calpestare un po’ di più la linea laterale, contemporaneamente, grazie all’inserimento di Hernandez, le punte si tenevano più larghe lasciando centralmente lo spazio per gli inserimenti di Ilicic subentrato a Zahavi. La produzione offensiva del Palermo lievitava mentre la Roma perdeva il comando del possesso-palla e solo Borini, con una azione personale, faceva correre sudori freddi sulla schiena di Viviano (dall’altra parte Lobont si produceva in un gran salvataggio su una conclusione di Munoz). Le speranze rosanero si spegnevano quando un tiro di Vazquez a porta vuota veniva respinto da De Rossi. La Roma guadagna una settimana di pace mentre dall’altra parte il Palermo si prepara a ore cariche di tensione.

 

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