(M. Cecchini) –La necessità è rimasta inespressa, sospesa nell’aria come uno spettro ingombrante. Che cosa occorre alla Roma perché freni l’emorragia di sconfitte 13 stagionali o dia quantomeno equilibrio al rendimento fra primi e secondi tempi 55 punti contro 30? «Ci serve più… non lo posso dire se no si arrabbia qualcuno». Luis Enrique sabato sera in tv si è fermato qui, aprendo ipotesi che stanno portando lontano l’immaginario dei tifosi.
Caso Totti In attesa di rivelazioni, sul banco degli imputati — oltre al solito, sventurato Kjaer — stavolta è salito anche capitan Totti, per quel discutibile «cucchiaio» da ottima posizione sullo 0-1. Non sarebbe stato meglio tirare una delle solite bombe che hanno fatto la sua fortuna e quella della Roma. «Avevo male alla coscia destra e ho avuto paura a calciare forte», ha raccontato agli amici. E in effetti anche il numero dieci giallorosso sembra essere ricaduto nella «maledizione dell’infortunio al flessore» che affligge la Roma fin dall’inizio della stagione 15.
Contatti Baldini-Luis Detto che pure Borini accusa fastidi analoghi e che oggi le condizioni di entrambi saranno valutate, è innegabile che il ruolo e il rendimento di Totti nel modulo di Luis Enrique sentito ieri da Baldini siano da valutare attraverso criteri diversi rispetto al passato. Per trovare una stagione che lo ha visto fermo a 4 gol dopo 29 giornate bisogna ritornare indietro di un quindicennio, anche se questo dato fa il paio con un altro: il bilancio delle 10 gare in cui il capitano è stato assente è deficitario: 6 k.o. e 4 vittorie. (…) Una cosa è certa: nel nuovo corso il suo ruolo sembra meno centrale che nel passato. Giusto o sbagliato che sia, Roma ne parla. E tanto.