(D.Giannini) Diciannove anni. Un punto di svolta. Per chiunque. A 19 anni si finisce di essere teenager, si diventa uomini. A 19 anni in parecchi Stati degli Stati Uniti ti è consentito per la prima volta di comprare delle sigarette. Sempre negli Usa, nel Nebraska è l’età minima per sposarsi. Diciannove anni sono anche l’età minima in Canada per bere alcolici. Oggi compiono 19 anni tutti i nati il 28 marzo del 1993. In America potranno festeggiarli acquistando un sigaro, in Canada bevendosi una birra, ma solo chi è nato quel giorno ma che ha anche la fortuna di essere tifoso della Roma può andare in giro a testa alta e dire: io sono nato in un giorno unico, quello del debutto di Francesco Totti.Chissà in quanti quel pomeriggio di primavera del 1993 si saranno resi conto di stare assitendo ad un avvenimento di portata globale. Se lo sentiva forse un romanista doc come Alberto Mandolesi, che di quel Brescia-Roma stava facendo la radiocronaca e che all’ingresso in campo del giovanissimo Francesco a 2 minuti dal termine al posto di Rizzitelli lo definì un “fatto storico”. Il resto del mondo, quello non romanista, non si era reso conto della portata dell’evento. In fin dei conti la Roma era a metà classifica e semmai i titoli dei giornali e delle tv italiane erano per il Milan capolista, o magari per la cerimonia degli Oscar che si sarebbe tenuta il giorno seguente a Los Angeles con Clint Eastwood che avrebbe fatto mambassa di statuette per Gli Spietati e soprattutto con Federico Fellini a cui sarebbe stato assegnato il premio alla carriera. Sembra un secolo fa ed effettivamente lo è. Ma 19 anni dopo Francesco Totti è ancora lì al suo posto, a vestire la maglia della Roma di cui nel frattempo è diventato capitano, miglior marcatore di sempre, anima, simbolo, tutto. Nel mezzo una carriera che non ci si stanca mai di raccontare. Fatta di uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe italiane, una titolo di capocannoniere, una Scarpa d’oro. E poi in Nazionale un mondiale, un europeo under 21, i Giochi del Mediterraneo. E ancora verie onorificenze qua e là tra cui il Golden Foot e 11 Oscar del Calcio. Basta? No, non basta. (…) Alla sua storia si aggiungeranno altri capitoli. Così come si aggiungeranno altri gioielli alla collezione dei suoi gol. Per il momento in Serie A sono 211. (…) La prima volta il 4 settembre 1994 contro il Foggia. Una rete importante, non la più bella. Spesso si sono fatte le classifiche dei suoi gol più spettacolari, è uno di quei giochini che a tutti i tifosi è capitato di fare. Un giochino sul quale ci si divide, anche se tre o quattro perle mettono tutti d’accordo. Quella nel giorno dello scudetto, ad esempio. Oppure il cucchiaio a San Siro all’Inter, che mai come in questi giorni è d’attualità e che ricorda a chi lo ha massacrato di critiche dopo la sconfitta di sabato scorso che quel tiro sarà stato pure un’idea sballata, ma che certe cose lui è capace di farle. Nell’elenco ci stanno poi di diritto il gol al volo di sinistro alla Samp che fece applaudire anche i tifosi doriani, la danza contro il Torino, e qualche altro cucchiaio come quello a Buffon, come quello del “6 unica” nel derby. Frammenti di vita, lampi di classe, pezzetti di un mosaico che non è ancora terminato e che domenica dopo domenica, partita dopo partita, si arricchisce di nuovo tasselli preziosi. Il popolo romanista aspetta già il prossimo, magari proprio contro il Novara, anche se Francesco è in dubbio. Sarebbe importante, per ricacciare per l’ennesima volta le critiche ingiuste piovutegli addosso e per non lasciare nulla in sospeso. Perché Totti non ha solo segnato tanto, ha segnato a tutti. A tutta la Serie A di questa stagione, tranne che al Novara. Per ovvi motivi, visto che i piemontesi sono tornati nel massimo campionato cinquantacinque anni dopo l’ultima volta. All’andata non c’era, stavolta proverà a non mancare, per festeggiare nel modo migliore i 19 anni. (…) Con un gol. Il 212esimo.