(Galli) Una triste pagina da cancellare, così come da cancellare è quella tremenda scritta apparsa nei pressi di San Siro: “De Falchi vive. Sottoterra”. Antonio De Falchi, tifoso romanista ucciso il 4 giugno del 1989 nei pressi dell’ingresso 16 dello stadio, è uno dei simboli della tifoseria giallorossa che non perde occasione di ricordare il ragazzo tragicamente scomparso. Il processo, pur ammettendo che le persone coinvolte sono “più di cinque”, ne giudica quattro e assolve tutti per insufficienza di prove. Tutti tranne Luca Bonalda, condannato a 7 anni di reclusione. Anna, la sorella di De Falchi, commenta: «Non vorrei più tornare su questa storia. Mi fa troppo male. Dopo tanti anni si riaprono delle ferite che per la nostra fa.